Nelle famiglie, a scuola, i bambini possono subire torti gravi, quali violenze, maltrattamenti e bullismo. Ma i bambini non sanno difendersi, soprattutto quando i genitori sono in fase di separazione o hanno difficoltà economiche, come in questo tempo di pandemia che ha toccato l’economia di tutti.
La famiglia va sempre più disgregandosi e non è più un porto sicuro e per questo motivo il 20 novembre del 1989 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato “La Convenzione Internazionale sui diritti dei bambini e dei ragazzi”, che consta di 41 articoli che descrivono i diritti dei bambini e dei giovani, 9 articoli spiegano come i Paesi europei possono ratificarla e metterla in pratica e 4 spiegano l’importanza di renderla nota a tutti.
La Convenzione tutela i bambini ed i ragazzi da 0 a 18 anni, tutti i bambini hanno gli stessi diritti al di là del colore della pelle, sesso, religione, lingua e status economico. Stati, istituzioni pubbliche e private, genitori o le persone che ne hanno la responsabilità devono sempre scegliere ciò che è meglio per tutelare il loro benessere. Gli Stati riconoscono il diritto alla vita di ogni bambino e ne assicurano la sopravvivenza e lo sviluppo. Fra i diritti tutelati si elencano: il diritto di avere un nome, una nazionalità e di crescere con i propri genitori, gli Stati si impegnano a garantire l’identità di ogni bambino, tutti i bambini hanno il diritto di vivere insieme ai loro genitori, nessuno li può allontanare o separare a meno che le autorità competenti non decidano di proteggerli o tutelarli e se i genitori decidono di vivere separati. ll bambino, anche se sta più tempo a casa di uno solo di essi, ha il diritto di poter frequentare regolarmente e con facilità entrambi, a meno che ciò non sia contrario al suo stesso bene, diritto di essere protetti e aiutati, diritto a cure speciali, anche a titolo gratuito, a studiare divertirsi e crescere come gli altri bambini, diritto a godere di buona salute e per questo gli Stati devono garantire ai genitori i mezzi per tutelare la loro salute e quella dei loro bambini. gli Stati devono garantire cure mediche adeguate e il diritto all’assistenza sociale, tendendo conto delle possibilità economiche degli adulti responsabili di quei bambini, diritto a uno stile di vita sufficientemente buono per garantire lo sviluppo fisico, mentale, morale e sociale, a ricevere un’istruzione, per cui gli Stati garantiscono l’istruzione primaria, obbligatoria e gratuita per tutti e devono controllare e aiutare le famiglie per permettere loro di proseguire gli studi oltre alla scuola primaria, i bambini devono essere ben trattati e non devono essere sfruttati. E’ stabilita l’età minima per l’ingresso al lavoro, hanno il diritto di essere protetti dalle droghe e dalle attività illegali, da ogni forma di sfruttamento e violenza sessuale compresa la prostituzione e qualsiasi forma di pornografia. Inoltre gli Stati devono adottare tutti i provvedimenti, che impediscano il rapimento la vendita o il traffico dei bambini per qualunque fine e sotto qualsiasi forma. Nessun bambino può essere privato della sua liberà in maniera illegale o arbitraria. Tutti i bambini hanno diritto di essere protetti in caso di conflitto armato e così via. La Convenzione è diventata Legge dello Stato Italiano il 27 maggio 1991.
Fin qui sulla carta, la normativa.
Adesso parliamo della realtà: la notizia dell’ANSA è che dal Convegno di Telefono Azzurro è risultato che in Europa quasi 18 milioni di bambini sono vittime di sfruttamento e violenze sessuali. Il Telefono Azzurro ha il numero telefonico 114 Emergenza Infanzia – del Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un servizio in contrasto alla pedofilia, che da oltre dieci anni è utilizzato da tutti coloro che vogliono segnalare una situazione di pericolo e di emergenza, in cui sono coinvolti bambini ed adolescenti ed è gestito da SOS Il Telefono Azzurro Onlus, dal 2003, anno della sua istituzione.
Per contrastare massimamente la violenza sessuale nei confronti dei minori il Telefono Azzurro, ha scelto la diffusione di materiale informativo, da distribuire ai giovani e alle famiglie, al fine di sensibilizzare sulle potenziali conseguenze anche mentali dovute alla violenza sessuale. Gli strumenti ci sono, ma vanno potenziati, mirati al meglio, con sistemi di maggiore controllo e maggiore aiuto. Per le vittime che vanno supportate l’ascolto è importante. Molte vittime non hanno il coraggio di parlare, si deve fare in modo che gli adolescenti abbiano fiducia nel poter trovare un aiuto, quindi bisogna dare importanza anche alle linee guida, che sono uscite a livello europeo. La sfida da affrontare, oggi in Italia è l’online e vanno potenziate sia la diffusione di informazioni ai giovani, sia una maggiore utilizzazione degli strumenti informatici a contrasto. (Fonte ANSA)
Ultimamente la Procura distrettuale di Milano e oltre 300 uomini della polizia postale, hanno debellato, dopo due anni di indagini condotte sotto copertura sulla rete internet, un’organizzazione pedopornografica di 16 organizzazioni criminali, che si estendeva su 53 province distribuite su 18 regioni (le Regioni maggiormente interessate sono la Lombardia e la Campania in quanto vi risiede il 35% degli indagati), smantellando 159 gruppi pedopornografici e identificando 432 utenti, che avevano sfruttato le applicazioni WhatsApp e Telegram per partecipare alla condivisione di foto e video, in cui le vittime erano i minori di ambo i sessi in tenera età. L’operazione è stata chiamata “Luna Park”, sono 351 gli utenti stranieri coinvolti e gli elementi di indagine sono stati condivisi con le agenzie di cooperazione internazionale di polizia, consentendo l’arresto sia in Europa che nel mondo. Questa operazione ha messo in luce la trasversalità del traffico pedopornografico, che coinvolge individui di diverso ceto sociale da affermati professionisti fino a studenti con fascia di età molto ampia, dai 18 ai 71 anni. (Fonte La Repubblica).
A settembre, la cronaca ha riportato la notizia che nel Torinese a Castellamonte, Giuseppe Schiavone di 35 anni è stato condannato a 15 anni di carcere, perché adescava alcune minorenni su Facebook, inducendole alla prostituzione. Le ragazzine si sono giustificate, dicendo che la famiglia era in difficoltà economica, soprattutto in questo periodo pandemico. Schiavone le fotografava suggerendo come dovevano posare, poi chiedeva loro di prostituirsi procurando i clienti. La tariffa era di 100 euro, 90 per Schiavone e 10 per le ragazzine. (Fonte La Repubblica)
Quello che mette profondamente a disagio è la mancanza di senso del pudore e di dignità da parte delle ragazzine coinvolte, purtroppo frutto di una famiglia disagiata, che probabilmente le ha lasciate a lungo abbandonate a sé stesse, senza una guida. Se i ragazzi e i bambini sono vittime è perché la famiglia non funziona più. Il degrado oggi morale è un abisso. Il legislatore potrebbe fino ad un certo punto, ma se un eccesso di tutela della privacy toglierà a livello europeo la possibilità alla polizia postale di utilizzare gli strumenti online per contrastare l’adescamento, come previsto dal nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche, che entrerà in vigore dal 20 dicembre p.v., poche saranno le speranze di poter ripetere operazioni come quella di Milano.
di Francesca Caracò