Una vita dedicata all’arte, al mecenatismo e al collezionismo quella di Peggy Guggenheim, rampolla di una delle famiglie di origine ebraica più ricche del Novecento statunitense.
Valorizzare e far conoscere quel mondo di artisti nel quale fu immersa, tant’è che Peggy sposò in seconde nozze Max Ernst, fu la missione e il lavoro di tutta una vita.
La Collezione aprì le porte al pubblico come museo nel 1980 per volontà della stessa mecenate e filantropa, rendendo accessibile a tutti un inestimabile patrimonio artistico.
A Palazzo Venier dei Leoni, sua abitazione per trent’anni a Venezia, città tanto amata, è conservato uno spaccato dell’arte del XX secolo.
Nelle sale si passa da Boccioni a Calder, da Dalì a Picasso, Magritte, Duchamp, Pollock, Giacometti e tanti altri artisti protagonisti dell’arte del Novecento.
Lo scopo della fondazione museo è quello di contribuire ad elevare l’arte a bene primario e collettivo e in quanto tale aperto a tutti. Conservare e preservare, quindi, nel tempo l’eredità di Peggy Guggenheim educando il pubblico all’importanza del processo artistico quale strumento di crescita personale e di sviluppo del pensiero critico.
Anche questa Collezione ha dovuto chiudere forzatamente i battenti per settimane a causa del Covid-19 e, trattandosi di una fondazione no profit senza scopo di lucro, essa necessita di entrate costanti, garantite dalla biglietteria e da due Museum Shop.
Le perdite economiche dopo 86 giorni di chiusura sono state notevoli e la ripresa graduale di ingressi contingentati e dunque fortemente ridotti non risolve il problema di vitale importanza per la sopravvivenza dell’istituzione.
Per questo motivo e per la preoccupazione di poter continuare a svolgere le innumerevoli attività gratuite, rivolte anche ad un pubblico della quarta età, ai non vedenti e alle scuole, ora la Collezione Peggy Guggenheim si rivolge a tutti coloro che condividono gli stessi valori e visione della cultura artistica.
Si è avviata una straordinaria campagna di raccolta fondi, “Insieme per la PGC”, per far sì che questo importantissimo patrimonio artistico, così come il suo potere educativo e trasformativo, possa continuare integro in futuro fruibile da tutti, come era nel desiderio di una donna decisa e visionaria.
di Eleonora Marino