Analizzando i dati pubblicati dalla Fondazione GIMBE osserviamo che la settimana dal 4 all’ 11 Agosto ha visto in Italia un incremento del 46% di nuovi casi, +2818 contro +1931 casi della settimana dal 29 luglio al 4 agosto, nonché un aumento di pazienti ricoverati (801 contro 761) e di quelli in terapia intensiva (49 contro 41). I casi totali al 6 agosto confermati dalla Protezione civile erano 249.204 casi (201.323 guariti, 11.890 in isolamento domiciliare, 762 ricoverati, 42 in terapia intensiva, 35.187 deceduti). Nello stesso mese si è assistito ad un ulteriore aumento a ridosso del Ferragosto, confermando un andamento preoccupante dell’epidemia, in vista anche della riapertura delle scuole e dell’autunno, che potrebbe offrire un ambiente favorevole alla diffusione del virus.
Il 14 agosto, i casi totali erano 252.809 e le regioni con gli incrementi maggiori erano la Lombardia (97 casi) ed il Veneto (127 casi) e l’Emilia Romagna (69), numeri in aumento a fronte di una diminuzione dei tamponi a riprova che il virus ha ripreso nel mese di agosto a circolare. Si è assistito, inoltre, ad un abbassamento della fascia di età: i nuovi contagiati appartengono maggiormente alla fascia di età 40-60 anni e si assistono a forme severe d’infezione anche tra i giovani. Un caso emblematico è il ricovero di 5 giovani pugliesi di età compresa tra i 20 ed i 30 anni e della bambina di 5 anni ricoverata in terapia intensiva a Padova. I numeri seppur in aumento rimangono nell’ambito della gestibilità della pandemia, a patto che si osservino le norme comportamentali di distanziamento, quelle d’igiene personale e quelle che prevedono l’utilizzo di mascherine e guanti, che hanno permesso nei mesi precedenti la riduzione della circolazione del virus. Norme comportamentali che nel mese di luglio ed agosto sono state via via abbandonate da una gran parte della popolazione e che rappresentano un rischio, anche alla luce di quei malati asintomatici, che sono ancora presenti e che vengono individuati solo grazie all’utilizzo dei tamponi.
I numeri italiani sono ancora bassi (anche se in veloce aumento con più di 500 nuovi casi al giorno) ed inferiori rispetto a quelli verificatisi in Europa dove Francia, Germania e Spagna nello stesso periodo stanno registrando un notevole aumento dei contagi. In quest’ultimo Paese si è avuta un’esplosione di casi passando da 7.835 a 41.921 casi, ovvero un +535% rispetto al nostro +46%. Unico dato positivo è che nonostante l’aumento importante di nuovi casi, i tassi di mortalità non stanno crescendo e sono in realtà in calo. In sostanza si ammalano molte più persone di qualche settimana fa, ma ne muoiono molto di meno; indice probabilmente di una migliore gestione sanitaria della pandemia, anche grazie al fatto che le varie terapie intensive dispongono di posti liberi e che si sono affinate le terapie messe in campo per affrontare le manifestazioni severe del virus.
Dunque, agosto rappresenta un campanello d’allarme sia per i dati interni relativi alla pandemia sia per le notizie che provengono dagli altri paesi europei come la Germania, dove il 10 agosto a seguito dell’apertura delle scuole (a tempo pieno, senza distanziamento e senza l’uso della mascherina in classe), in pochi giorni si è assistito allo scoppiare di focolai diffusi, che hanno portato alla chiusura totale di alcune scuole ed alla chiusura parziale di altre con intere classi poste in quarantena.
Ritornando alla situazione italiana, con l’Ordinanza del Ministro della Salute, Roberto Speranza, dal 17 agosto sul territorio italiano è stato introdotto l’obbligo dalle ore 18.00 alle ore 6.00 dell’uso della mascherina, anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico, nonché negli spazi pubblici, ove è possibile il formarsi di raduni od assembramenti; nella stessa ordinanza si è provveduto a sospendere le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati all’aperto o al chiuso.
Tale provvedimento è indicativo di come in futuro sarà affrontata la pandemia, le nuove eventuali restrizioni saranno in forma di quarantena locale, limitazioni orarie, regole più rigide di distanziamento sociale e chiusure ad hoc di determinate attività, con lo scopo di salvaguardare l’economia italiana che non può permettersi un nuovo lockdown.
di Massimiliano Merzi