Ha riaperto al pubblico il 30 luglio scorso la mostra fotografica, documentaria e multimediale “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi”, allestita all’interno del Casale di Santa Maria Nova, sito nel Parco Archeologico dell’Appia Antica. L’esposizione era stata inaugurata il 4 marzo alla presenza di Paolo Rumiz, Irene Zambon, Riccardo Carnovalini e Alessandro Scillitani, ma costretta a chiudere dopo pochi giorni a causa delle misure di contenimento del Covid-19, che hanno interessato tutti i musei e gli allestimenti espositivi.
L’evento è stato promosso dal Segretariato Generale del MiBACT (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo), nell’ambito del progetto Appia Regina Viarum- Valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano dell’Appia, in collaborazione con il Parco Archeologico dell’Appia Antica.
Attraverso gli scatti di Carnovalini, le fotografie di Politano e filmati on the road di Scillitani ci si avvia alla riscoperta di un Cammino che contribuì alla potenza di Roma.
Paolo Rumiz ha raccontato in un libro questa esperienza, contribuendo a rilanciare l’attenzione su un retaggio storico che riaffiora ancora integro lungo il percorso, in realtà impervio e in parte in abbandono. Nel 2015 i protagonisti di questo viaggio hanno percorso 611 chilometri in un mese, che adesso la mostra ci restituisce con grande vividezza.
Dopo tre anni di attività e sei tappe che partendo dal Lazio hanno interessato la Campania con Santa Maria Capua Vetere e Benevento, la Basilicata con Melfi e la Puglia con Taranto e Brindisi, la mostra è così giunta con un ultimo allestimento al punto di partenza di questo glorioso percorso.
Oltre al materiale fotografico, ai filmati e alle musiche originali di Alfredo Lacosegliaz, la mostra è arricchita da mappe antiche e moderne, la tracciatura del percorso in tappe su un grande plastico dell’Italia meridionale, fotografie e documenti provenienti dagli Archivi della Società Geografica Italiana.
Voluta dal censore Appio Claudio Cieco, che dal 312 a.C. ne avviò la costruzione ampliando un preesistente tracciato, l’Appia collegava la città eterna con Brundisium, il più importante porto per la Grecia e l’Oriente della penisola. Fu la prima strada ad essere costruita con innovativi criteri ingegneristici, che ne consentivano l’utilizzo anche d’inverno.
Gli imperatori romani, da Augusto a Traiano, continuarono ad ampliarla e restaurarla. Divenuta poi nel Medioevo la via dei crociati, l’Appia fu abbandonata e cadde in disuso nel tempo. Sotto il papato di Pio VI verso la fine del ‘700 se ne iniziò il recupero. Oggi in tutta Europa vi è un fiorire di turismo sugli antichi Cammini dal più noto di Santiago di Compostela ai vari percorsi della via Francigena.
Nel solco di queste nuove forme di recupero della memoria storica, la Regina Viarum merita tutte le iniziative che rilancino la conoscenza e la fruizione di questo museo a cielo aperto. La mostra sarà gratuita con ingressi contingentati e secondo le disposizioni attuali di accesso fino al 13 settembre.
di Eleonora Marino