Nato come misura di contrasto alla “povertà , alla disuguaglianza e all’esclusione sociale”, il reddito di cittadinanza, con queste finalità, è stato introdotto in Italia dal mese di aprile 2019. È un sussidio erogato dall’INPS come prestazione a sostegno del reddito, in favore dei soggetti privi di lavoro, tramite una Card di Poste Italiane. Non tutti, però, ne hanno realmente diritto! Purtroppo, nonostante la deterrenza scaturente dai continui controlli, previsti a monte per arginare il fenomeno delle truffe, necessari per la verifica della veridicità delle informazioni fornite dai richiedenti ( attivati, tra l’altro, da Guardia di Finanza, Carabinieri, Ispettori del lavoro ed Enti Previdenziali), ancora troppi sono coloro i quali indebitamente beneficiano del sussidio, a causa di dichiarazioni mendaci. Oltre alle truffe accertate a seguito dei controlli, effettuati sui conti correnti, postali e bancari, tante altre emergono in occasione delle verifiche in materia di lavoro e previdenza, cui ne consegue informativa alla Procura della Repubblica per le infrazioni- di natura penale- accertate.
Ciononostante, si registra un’alta percentuale di spavaldi avventurieri che sfidano controlli e legalità pur di percepire, indebitamente, un sussidio stanziato a tutela delle classi reddituali a rischio di emarginazione sociale.
Emerge il quadro spettrale delle losche finalità e il deleterio intento di speculare sulle fonti economiche del Bilancio dello Stato, scenario in cui si introducono, agevolmente, anche soggetti, che hanno deciso di trasferirsi in Italia per poter lucrare sull’opportunità di percepire, impunemente, un reddito saliente senza dover lavorare, attuando il solo cambio di residenza!
Purtroppo, lacunosa, frammentaria e nefasta appare anche l’ altra timida faccia della medaglia che mostra i padri di famiglia che lavorano in situazioni di disagio e sfruttamento, senza ricevere uno stipendio adeguato, sprovvisti della facoltà di accesso al beneficio, se non parzialmente per i periodi di carenze, in quanto già in piena occupazione, ahimé “ sfruttati” da entità datoriali temerarie, senz’anima.
Per altro verso, l’azione del governo è risultata riparatoria dei dislivelli economici, che per decenni hanno affranto i più deboli.
L’auspicio è una presa di coscienza ed autostima da parte di chi opera in frode alla legge, una maggiore consapevolezza del senso civico, con specifiche e mirate azioni di denuncia da parte di chi assiste e subisce in silenzio lo scempio e l’indebita speculazione delle fonti economiche del Bilancio dello Stato, nella speranza che il procrastinarsi dei controlli incrociati consenta di debellare, definitivamente, il fitto fenomeno artatamente posto in essere, da parte di soggetti che forse non hanno ancora compreso che l’indebita erogazione del sussidio comporta, oltre alla revoca del beneficio e alla restituzione dei complessivi importi percepiti, la reclusione da due a sei anni, che aumenta da uno a tre anni a carico di chi omette la comunicazione delle variazioni di reddito, del patrimonio o del nucleo familiare.
di Angela Gerarda FASULO