Roma e l’Italia non si candideranno ad ospitare le Olimpiadi 2020.
Lo ha deciso il Governo. Lo ha ufficialmente annunciato il Presidente Monti. Ed è stato un plauso generale.
Nei siti, sui blog, nei sondaggi, tutti a dire che ha fatto bene a dire NO!
Noi non ci uniamo al coro e, nel nostro piccolo, diciamo che non siamo d’accordo, non abbiamo condiviso e non riusciamo a capire.
Soprattutto perché non ci convincono le motivazioni alla base della decisione.
Non solo quelle ufficiali, ma quelle che, durante la conferenza stampa del 14 febbraio, sia pure in maniera indiretta ma sufficientemente chiara, il Presidente del Consiglio ha lasciato sottintendere: ottimo il progetto, ma è prevedibile il solito “magna magna”.
Perciò meglio evitare!
Ma andiamo con ordine.
Il progetto presentato dal Comitato al Governo ed elogiato dal Presidente Monti conteneva ovviamente, come era doveroso, le prescritte previsioni economico/finanziarie circa il rapporto costi/benefici, previsioni peraltro avallate da una apposita Commissione di studio all’uopo nominata dall’Esecutivo e presieduta dal Prof. Fortis.
La spesa complessiva prevista fra costi ed investimenti necessari allo svolgimento della manifestazione olimpica quantificata in 9,8 miliardi di euro, veniva coperta per 4,7 miliardi da risorse pubbliche e per 5,1 miliardi da risorse private.
La crescita del PIL determinata dai giochi si sarebbe attestata intorno ai 17,7 miliardi da cui sarebbe derivato, peraltro, un maggior gettito erariale pari a circa 4,6 miliardi ed un aumento dell’occupazione dell’0,7% (170.000 nuovi posti di lavoro stimati).
Vista così, senza essere economisti di fama, non sarebbero dovuti esserci dubbi di sorta sulla convenienza.
Sennonché per il Governo “tecnico” che guida il nostro Paese e per il suo Premier, economista di indiscussa considerazione, una tale convenienza non sussisterebbe o meglio sarebbe di fatto annullata dal rischio di inquinamenti nella gestione dell’evento e dai conseguenti contraccolpi pericolosi per lo stato generale dell’economia italiana.
Come dire che su questo nostro strano Paese incomberebbe una sorta di equazione tanto perversa, quanto inesorabile:
investimenti uguali a malaffare.
Bella pubblicità!
In Italia non saremmo in grado di programmare, gestire, controllare.
E ad affermarlo è proprio il nostro Governo, ovvero l’organo istituzionale detentore del potere esecutivo.
Ma non è un clamoroso autogol ?
Restiamo attoniti e perplessi, anche perché si dovrebbero mettere in dubbio le stesse previsioni di aumento del PIL annunciate dal Governo all’indomani della presentazione del c.d. pacchetto per la crescita, posto che, se dovesse valere l’equazione sopra enunciata, qualunque investimento in opere pubbliche, infrastrutture e servizi sarebbe inesorabilmente bloccato per evitare il rischio dell’incontrollabile malaffare !!!
Ma non siamo di fronte ad una incauta dichiarazione di impotenza ?
E invece scattano anche gli applausi ..!!!???!!!
Il mondo dello Sport, tuttavia, può stare tranquillo:
il Ministro Gnudi ha confermato il “..forte impegno dell’Esecutivo a favore della promozione sportiva”.
Impegno che, infatti, si è immediatamente concretizzato, alla vigilia delle Olimpiadi di Londra, con un taglio di ben 62 milioni di euro alle dotazioni del Coni !!!
Archiviato il capitolo della candidatura dell’Italia quale sede olimpica ci rimane in conclusione una piccola amara possibilità: tifare per qualche altro Paese dotato di una economia più solida della nostra, magari dell’area mediterranea (sic!!!) .
O, anche in questo caso, dobbiamo attendere suggerimenti dall’asse Franco-Tedesco ?