Come nel 2016 anche queste elezioni presidenziali saranno incerte e nonostante le previsioni diano in vantaggio il candidato Joe Biden, le possibilità di riconferma del presidente uscente Trump non sono per nulla svanite. Anzi nei mesi estivi ha iniziato una lenta rimonta, tutt’ora in salita, ma che potrebbe vederlo vincente ancora una volta.Trump nel primo semestre di quest’anno si è trovato elettoralmente in grande difficoltà, soprattutto a causa della pessima gestione della pandemia da Corona Virus.
Ricordo che gli Stati Uniti ad oggi sono il paese con il maggior numero di contagiati e morti al mondo. Ma anche a causa delle crescenti proteste per le brutalità e gli atti di razzismo della polizia, che hanno favorito l’area democratica, che si è subito schierata in favore della popolazione afroamericana che ha subìto le azioni della polizia.
I democratici grazie agli errori commessi dal presidente uscente avevano raggiunto un vantaggio tra l’8% ed il 10%, che garantiva al candidato democratico una certa sicurezza nella gestione della propria campagna elettorale.
Ad oggi, questo vantaggio si è ridotto a circa il 5% anche in quegli stati considerati “toss-up” o “swing state”, ovvero quegli stati che spesso nelle varie tornate elettorali hanno cambiato schieramento.
Quindi prossimamente entrambi i candidati dovranno soprattutto concentrare i loro sforzi elettorali verso la Florida (29 grandi elettori), la Pennsylvania (20), l’Ohio (18), il North Carolina (15), l’Arizona (11), il Winsconsin (10), il Nevada (6), il New Hampshire (4) e il Maine, dove è disponibile un voto per le elezioni di un seggio per il Congresso. In particolare Trump oggi in svantaggio dovrà necessariamente conquistare il 73% degli stati incerti per vincere; difficile ma non impossibile, se consideriamo che nelle elezioni del 2016 era riuscito a conquistarne il 91% partendo sfavorito nei confronti della Clinton.
Dall’altro canto Biden dovrebbe cercare di imporsi negli stati del c.d. “Blue Wall”, ovvero quegli stati con una tradizione prevalentemente democratica del voto: Winsconsin, Michigan e Pennsylvania. Nel 2016, infatti, Trump rubò questi stati alla Clinton per soli 78.000 voti; Biden riconquistando questi stati potrebbe vincere le elezioni per 278 a 260 grandi elettori. Nonostante il vantaggio del 5%, tenendo conto di quanto detto poc’anzi, l’esito elettorale della competizione per la presidenza è tutt’ora incerto.
Trump, il Tycoon, spera ancora di compiere una grande rimonta nella fase finale della campagna elettorale, come gli era riuscito nel 2016. Una strada tutta in salita ma fattibile per Trump, anche perché le proteste appoggiate dai democratici si sono trasformate in alcuni casi in rivolte violente, che hanno spaventato l’elettore medio americano di qualsiasi etnia. I democratici con lo slogan “defund the police” (taglia i fondi alla polizia) stanno impensierendo gli elettori, che si sentono attratti più dallo slogan “law and order” dello schieramento repubblicano, che dice che la polizia va sì riformata, ma non va depotenziata.
Altri punti a favore del presidente uscente sono l’accordo tra Israele ed Emirati Arabi, che mira alla normalizzazione dei rapporti fra i due stati, la promessa di ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan e la promessa di un vaccino per il Covid-19. Non dimentichiamo poi che nel mese di agosto l’indice Standard&Poor’s 500 (il più rappresentativo dei listini azionari americani) è salito del 7%, seguito dal rialzo anche degli indici Nasdaq e Dow Jones. Questa situazione economica se perdurasse fino al 3 novembre potrebbe favorire notevolmente l’elezione a presidente di Donald Trump; considerando che tutti i presidenti uscenti in presenza di un rialzo degli indici di borsa sono stati sempre riconfermati. Sicuramente, rispetto al passato, la situazione dell’economia reale è però diversa: la disoccupazione è alle stelle ed i fallimenti aziendali, causa anche il lockdown e la pandemia, sono ai livelli del 2008.
L’esito delle elezioni presidenziali è dunque quantomeno incerto ed a noi non resta che aspettare e vedere se il Tycoon compirà nuovamente una rimonta quasi impossibile come quella del 2016.
di Massimiliano Merzi