Elezioni USA: il sistema elettorale

Le elezioni presidenziali americane sono senza dubbio un evento di interesse mondiale. Il presidente eletto influenzerà per quattro anni la politica estera ed economica degli Stati Uniti, dei suoi alleati e dei suoi avversari.

Le elezioni si tengono ogni quattro anni, sono molto diverse dal nostro sistema di elezione del presidente e presentano una certa complessità procedurale; sono tuttavia anch’esse un sistema di elezione c.d. “indiretto”, ovvero non sono i cittadini ad eleggere il presidente degli Stati Uniti d’America ma i grandi elettori (questi eletti dai cittadini).

Il presidente americano viene formalmente eletto dai grandi elettori, ma questo è solo l’ultimo momento di un processo, che si articola in tre fasi: le elezioni primarie, le elezioni presidenziali ed il voto dei grandi elettori al collegio elettorale.

È interessante notare che le elezioni primarie, importate qualche anno fa anche in Italia da alcuni partiti, non sono previste dalla costituzione americana e nemmeno regolate da alcuna norma. Ma è proprio in questa fase (comune ai vari schieramenti) che i cittadini hanno la possibilità di determinare il proprio candidato alla carica presidenziale, scegliendo fra vari candidati del proprio schieramento. Queste elezioni durano all’incirca 5 mesi e vedono svolgersi una serie di conventions e di primarie fra vari candidati, oltre che campagne per la raccolta di fondi. Alla fine di questo processo vi sarà una convention finale di partito, dove saranno determinati i nomi del candidato al ruolo di Presidente e di Vice Presidente, questi formeranno il cosiddetto “ticket presidenziale” del partito.

Per le elezioni presidenziali del 2020 sono stati nominati per il partito democratico Joe Biden (presidenza) e Kamala Harris (vicepresidenza); mentre per il partito repubblicano sono stati nominati il presidente uscente Donald Trump ed il suo vice presidente Mike Pence.

Superata la fase delle primarie si entra nella fase delle elezioni presidenziali, ovvero il momento in cui i cittadini americani esprimono la propria preferenza per uno dei candidati al ruolo di presidente, ma come accennato prima lo fanno in modo indiretto. È in questa fase, infatti, che i cittadini votano il gruppo dei grandi elettori che sostengono quel determinato candidato. Questa fase è molto interessante perché lo scrutinio elettorale si svolge stato per stato col sistema del “winner-takes-all” ovvero “il vincitore si prende tutto” ed è proprio per questa ragione che i candidati alla presidenza concentrano la propria campagna elettorale su quegli stati indecisi e con un gran numero di grandi elettori.

Questa particolarità ha portato ad un risultato bizzarro nelle scorse elezioni presidenziali. Infatti, il presidente Trump pur avendo un numero minore di voti complessivi, rispetto alla sua avversaria Hillary Clinton, era riuscito ad ottenere un maggior numero di grandi elettori, avendo vinto in quegli stati cruciali, che assegnano un gran numero di grandi elettori.

I grandi elettori o “presidential electors” sono 538 (pari al numero dei 100 senatori, dei 435 deputati e dei 3 grandi elettori del distretto di Columbia) e si riuniscono nel collegio elettorale per votare a scrutinio segreto il presidente che hanno sostenuto nelle elezioni presidenziali. E’ però da notare che non esiste alcun vincolo legale, che obblighi un grande elettore a votare il candidato sostenuto pubblicamente ed infatti, anche se molto raramente, in passato sono ancora accaduti casi di “faithless electors” (elettori infedeli).

Ad ogni modo il candidato, che ottiene 270 voti, vince e consegue la carica di presidente degli Stati Uniti d’America.

Per queste elezioni presidenziali statunitensi la sequenza temporale è stata e sarà la seguente: elezioni primarie dal 3 febbraio al 23 giugno; elezioni presidenziali il 3 novembre; il collegio elettorale il 14 dicembre; la tabulazione (conteggio) dei voti da parte del senato il 6 gennaio 2021 e l’inaugurazione della presidenza il 20 gennaio 2021.

di Massimiliano Merzi