Nelle scorse settimane, dopo l’ondata d’indignazione per gli alti costi della politica, è affiorata tanta meraviglia per la scoperta dei favolosi stipendi dei top-manager di Stato (..la famosa scoperta .. dell’acqua calda !!).
Abbiamo letto, con malcelato fastidio, il lungo elenco di incarichi ricoperti dall’attuale Presidente dell’INPS Antonio Mastrapasqua.
Come troverà il tempo e dove darà il meglio di sé ?
Sono infatti almeno un paio di dozzine le poltrone da ricoprire in 365 giorni l’anno, ipotizzando una rinuncia al “dovere” delle ferie, giornate che, a meno di stravolgere complicati ma consolidati calcoli astronomici (sic!), sempre da 24 ore sono composte, anche per un Presidente .. Super.
Potremmo porci domande sulla compatibilità, sui possibili incroci e/o conflitti di interessi.
Oppure semplicemente chiederci sull’opportunità che un pur valente manager ricopra una tale mole di incarichi.
Domande, badate bene, che anche altri si sono posti in importanti sedi istituzionali (Senato della Repubblica – n.d.r.).
Ci sfiora persino il dubbio che la poltrona da Presidente dell’INPS (!) possa avere un valore residuale. Comunque impegnata per l’immagine, per la ribalta che essa indubbiamente offre (come non ricordare le periodiche ondate di presenze in TV..), a differenza di altre, chissà, meno note, ma …
Quello che rischia di sfuggire, per il vizio di rilanciare sempre, di alzare polveroni, di porre attenzione su ciò che fa più moda o colore, è che il Presidente Mastrapasqua, ormai da molti anni, è il Coppi della situazione: “l’uomo solo al comando”.
Infatti, dopo essere stato per un quadriennio Consigliere di Amministrazione, è nominato Commissario dell’Istituto di previdenza, poi consacrato Presidente e al tempo stesso, in attesa che complicate alchimie ne provochino una soddisfacente, politicamente equilibrata composizione, Commissario dello stesso C.d.A. (!!)
E tutto ciò fino a quando a metter a posto le cose non interviene la Legge.
Come ?
Eliminando definitivamente il Consiglio di Amministrazione e trasformando l’Istituto in un Ente a “governance” monocratica.
Infine la proroga della presidenza al 31 dicembre 2014, a chiudere un decennio di Regno.
Attenzione: che il modello da replicare sia quello dell’INPS non v’è dubbio.
Non ci sono infatti tentennamenti nel valutare positivamente la progressione, la performance dell’Ente, in oltre un ventennio (almeno dalla legge 88/89 ?) di risultati ottenuti, migliorando i servizi offerti ai cittadini ed alle imprese.
Tutto ciò grazie all’impegno dei lavoratori e di tanti dirigenti dell’Istituto, nonostante i notevoli cambiamenti normativi e organizzativi.
Per non parlare, poi, di quanto è cambiato in questi anni il nostro Paese e di quanto sono cambiate le esigenze.
Da queste motivazioni traiamo la fiducia che dopo le precedenti esperienze di trasferimento delle competenze SCAU prima, INPDAI e IPOST poi, analoghi risultati arriveranno quando si farà un bilancio dell’accorpamento dell’ENPALS e dell’INPDAP, così come recentemente disposto.
Non possiamo però nascondere un’inquietudine, una preoccupazione che abbiamo già più volte rappresentato nei comunicati della FIALP e delle strutture sindacali in INPS e INPDAP.
Riteniamo, infatti, che il governo del complesso percorso di integrazione delle strutture, delle funzioni e, soprattutto, delle persone, non possa, non debba essere ricondotto sotto un’unica regia, con tutti gli altri attori trasformati in spettatori.
La condivisione degli obiettivi, spesso anche quella del modo come raggiungerli, è e sarà condizione fondamentale per il successo dell’operazione voluta dal legislatore.
Per questo l’eccessiva concentrazione di poteri e di responsabilità rischia di divenire ostacolo, esistendo invece, sempre a nostro parere, l’esigenza di un riequilibrio di attribuzioni per la gestione di un’azienda leader, capillarmente presente nel territorio, con enormi movimenti di capitali e la gestione di tutta la previdenza pubblica.
Quando poi nel perfetto meccanismo INPS, azionato e ben oliato da chi ci lavora una vita, per essere poi menato a vanto dai suoi Vertici pro-tempore, si intromettono fastidiosi granelli di sabbia, qualche dubbio affiora anche sull’opera del citato “uomo solo al …”.
Essì, perché dopo le tante proteste per alcuni cambiamenti apportati nei servizi resi all’utenza, in particolare agli sportelli, con enormi difficoltà proprio per le persone meno attrezzate, ombre più consistenti potrebbero comparire.
Come non menzionare la querelle sull’O.I.V. dell’INPS (Organismo Indipendente di Valutazione- dlgs 150/2009) che vede alla presidenza un ex alto dirigente dell’Istituto che rischia di essere, o almeno di apparire poco indipendente, per gli antichi trascorsi e le tante commistioni nel Palazzo, e contestato da qualcuno perché mancante di importanti requisiti.
Oppure i dubbi che affiorano per l’utilizzo di risorse esterne all’Istituto (il lupo perde il pelo..) non solo per i costi, ma per i risultati deludenti se non addirittura negativi, come recentemente segnalato a proposito dell’attività ispettivaeterodiretta, programmata da una nota società che da tempo calca i marciapiedi di Ciro il Grande .
In tal modo si rischia di veder soccombere l’efficienza dell’INPS e di ribaltarne l’immagine ?
È quello che non vogliamo.
Non vogliamo come cittadini/utenti di servizi che pubblici devono rimanere, non vogliamo come sindacato dei lavoratori dell’INPS, dell’INPDAP, dell’ENPALS, non vogliamo come sindacato dei lavoratori pubblici !!!
All’uomo solo al comando … vogliamo solo ricordare la rana di Fedro.