GLI EQUIVOCI DEL GOVERNO MONTI

Oggi più che mai l’attuale Governo dovrebbe essere prossimo alla fine di un percorso che, indirizzato soprattutto verso il risanamento del debito pubblico, ci sta portando al disfacimento di tutte quelle tutele che faticosamente sono state erette a salvaguardia del nostro patrimonio culturale ed etico.
Non servono i numerosi proclami che esso ci propina, attraverso un prorompente battage pubblicitario, ad assicurarci il superamento della crisi che ci coinvolge in maniera così pressante.
Va bene usare il metodo del bastone e la carota per salvare il salvabile,ma in questo momento invece assistiamo soltanto al sistematico accanimento nei riguardi di chi è il più debole della cordata, sottoposto a continue repressioni dal lato reddituale, finanziario e fiscale, nonché alle turbolenze e minacce sul piano occupazionale e sulla sicurezza e mantenimento del posto di lavoro.
Va bene chiedere ad ognuno di sostenere i necessari sacrifici per affrontare e superare questa difficile situazione, ma bisogna indicare con chiarezza gli obiettivi che si intendono raggiungere e che, comunque, non debbono pesare solo su una parte dei contribuenti, cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati che sono le categorie più disagiate e che non si possono sottrarre alle misure estremamente penalizzanti che sono state finora adottate.
Dinanzi a questo scenario non del tutto rassicurante ci chiediamo se debbano considerarsi più o meno infruttuosi gli innumerevoli incontri di Monti con gli altri partner europei e quali prospettive abbiamo se questo Governo tecnico, ad ogni alzar di voce dei suoi oppositori ed anche dei suoi stessi alleati, si dimostra incerto nel dare esecuzione alle sue manovre elaborate così faticosamente durante le molteplici riunioni consiliari.
Pertanto, c’è da augurarsi che non si prosegua nell’equivoco di un Governo, che non ha alcun potere decisionale essendo demandato ai partiti che lo sostengono quasi sempre discordi nelle azioni da svolgere, e che si pervenga alle elezioni politiche sia pure alla fine della legislatura per avere un Esecutivo che possa affrontare e risolvere, con una consolidata maggioranza nei due rami del Parlamento e piena responsabilità, gli annosi gravi problemi che attanagliano il nostro Paese.