Donne Manageritalia è la Federazione di Manager del terziario che rappresenta ad oggi 36.000 manager oltre a 7200 donne. Il suo obiettivo è lavorare per la parità, per il superamento di ogni diversità e per la valorizzazione del merito. Il Gruppo è formato da uomini e donne che mettono a disposizione la propria managerialità per contribuire al cambio culturale, che vede il merito come unico elemento di valutazione delle persone. Inoltre, è parte attiva del network #inclusione donna, la cui finalità è di “diventare un punto di aggregazione di tutte le Associazioni portatrici degli interessi delle donne e offrire alle Istituzioni un interlocutore rappresentativo per le decisioni in materia di politiche di genere, in particolare quelle rivolte a favorire le politiche occupazionali della Donne e l’aumento della Rappresentanza di genere in qualsiasi ambito decisionale, in grado di sintetizzare le priorità e monitorare i risultati delle azioni positive messe in campo, per il superamento di modelli sociali ed economici ormai in crisi irreversibile”. Luisa Quarta è la Coordinatrice del Gruppo donne Manageritalia Nazionale e Lombardia.
In occasione della Festa della donna, come ogni anno, la Federazione ha diffuso il Rapporto Donne Manageritalia, da cui emerge che il numero delle donne manager nelle aziende è cresciuto. Il dato più rilevante è la crescita del 49%, dal 2008 al 2019, a fronte di un calo del 10% degli uomini. Il percorso e la ripresa della dirigenza privata sono guidati dalle donne, che oggi rappresentano il 18,3% del totale, secondo gli ultimi dati Inps, con un salto del 32,3% tra le under 35 e il 28% tra le under 40.
La crescita, in atto da anni, è continuata anche nell’ultimo periodo, nonostante la crisi che ha colpito il settore della dirigenza, escluso il terziario dove sono invece in forte crescita.
Infatti, dal 2008 al 2019, i dirigenti privati sono diminuiti del 3%, -10% gli uomini e +49% le donne. Anche nell’ultimo anno, dove i dirigenti sono invece tornati a crescere in modo più sostenuto (+1,1%2019) sono aumentate quasi solo le donne (+5%), a fronte del +0,2% degli uomini.
Se si guarda solo al settore dei dirigenti del terziario che hanno contratti gestiti da Manageritalia, dal 2008 al 2020, a fronte di una crescita totale del 14,7%, la presenza femminile è cresciuta del 51%.
A dicembre 2020, le donne sono il 22,2% del totale, contro il 19,7% del 2019.
Tra le regioni più “rosa” spiccano il Molise (30%), la Sicilia (25,5%) e il Lazio (24,1%), seguite a pari merito da Basilicata e Lombardia (20%). In fondo alla classifica si trovano la Calabria (14,6%) e, sotto il 10%, Abruzzo (9,3%) e Trentino-Alto Adige (9,2%).
E, se nelle Regioni e Province più piccole spesso il limitato numero di dirigenti e le imprese familiari possono incidere molto, in Lombardia, nel Lazio e nelle province più economicamente avanzate il fenomeno è consolidato ed è destinato ad aumentare.
Naturalmente, la Lombardia (10.171 donne dirigenti, 48,2% del totale nazionale) è trascinata da Milano (8.521, 40,4% del totale nazionale) e Regione e Provincia insieme contano la presenza maggiore di donne dirigenti, seguite dal Lazio (4.312, 20,4%) e da Roma (4.165, 19,7%).
Nel sito della Federazione c’è un’interessante intervista a Luisa Quarta, Coordinatrice del Gruppo Donne Manageritalia, di cui si riportano qui alcuni stralci. La Coordinatrice afferma che “Ancora oggi nei libri di scuola la mamma viene associata ai lavori domestici e il papà al lavoro in ufficio. Diventa così difficile lavorare sulle aspettative delle giovani donne, che non intraprendono percorsi formativi storicamente destinati agli uomini; pensiamo all’ambito tecnologico. Inoltre, “La differenza retributiva tra uomo e donna è ancora oggi del 17%. A causa dei carichi di cura e dell’asimmetria nell’uso del tempo, le donne hanno di fatto minori opportunità degli uomini di sviluppare le competenze, acquisite prima di formarsi di una famiglia. Anche nella situazione di emergenza che abbiamo vissuto le donne hanno patito maggiormente l’incertezza lavorativa e alla ripresa sono stati soprattutto gli uomini a rientrare in ufficio delegando ancora una volta i carichi di cura dei bambini, orfani della scuola, alle donne. Come Gruppo Donne Manager abbiamo lavorato proprio nell’ultimo anno ad una proposta di legge volta a dialogare con l’azienda e aiutarla, attraverso le consigliere di parità, a cambiare la cultura del lavoro in Italia. Nel nostro progetto “Un Fiocco in Azienda” incontriamo diverse aziende che riconoscono già tre mesi di paternità pagata al 100% al papà, ma spesso gli uomini non ne approfittano per paura di essere esclusi da percorsi di carriera o discriminati dagli stessi colleghi. Credo che questo dica tutto. Occorre che siano obbligati ad astenersi dal lavoro, così come succede per le donne. Solo così potremo ripartire alla pari”.
In merito al Recovery Found è dell’opinione che non basta avere fondi, ma “Occorre avere un piano strutturato e una buona strategia per destinarli correttamente. Quella che noi chiamiamo comunemente “questione femminile” in realtà sta diventando un handicap per il nostro paese. Non possiamo permetterci di lasciare in panchina oltre la metà del paese. La parità di genere non rappresenta solo un traguardo femminile ma un’opportunità per tutti ed è fondamentale lavorare fianco a fianco, uomini e donne, per raggiungere questo obiettivo”.
di Francesca Caracò