Ryder, nuove garanzie, open shift in dipendenza contrattuale, ritrovato il rispetto del diritto ad una giusta retribuzione

Nuovi scenari occupazionali, attese appagate, speranze ritrovate ed eliminazione della precarietà subita a deterioramento del capitale umano per un irrimediabile lungo periodo di  sfruttamento: anche per i ryder si aprono, finalmente, nuove frontiere con la regolarizzazione del rapporto di lavoro.

Debellata la carenza normativa sulla specifica categoria di appartenenza e confermata anche per questo importante settore, erogatore di servizi essenziali per la collettività, la certezza del diritto ad  una retribuzione giusta,  adeguata, fissa e commisurata alla qualità e quantità del lavoro prestato in armonia con il dettato costituzionale previsto dall’art.36 della Costituzione repubblicana che garantisce a tutti una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé ed alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

Ritrovati i parametri costituzionali preposti alla giusta  tutela  del capitale umano impegnato nel processo produttivo, ove lo stesso rende  un  apporto lavorativo importante, sinergico, poliedrico, funzionale,   all’interno di un organigramma aziendale più che mai usurato, a  salvaguardia  del corretto scenario ed andamento del mercato del lavoro: prima di questa nuova, importante,  contrattualizzazione, il settore si presentava in totale distonia con i parametri sanciti e dettati dall’art. 36 della costituzione ed  aveva sottratto al lavoratore,  soggetto debole, le elementari tutele essenziali, di norma dettate sul piano gius-lavoristico previdenziale, oltre alla potenziale crescita professionale, per le stesse specifiche  irrituali, recondite, modalità operative depauperate di quelle importanti tutele umane, a totale  discapito della fiducia nelle regole imposte dal legislatore per   garantire a tutti  una reale parità di trattamento in ossequio ai fondamentali dettami sanciti dall’art. 1 della costituzione: l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Nell’accordo contrattuale siglato tra Just Eat Takeaway e sindacati (CGIL, CISL,UIL) si intravedono tutte le garanzie contrattuali e la piena esaustiva pianificazione del rapporto di lavoro all’interno dell’organico aziendale.

Abbattuti i cottimi su consegne, rapporto di lavoro regolarizzato nel rispetto del contratto collettivo di categoria.

Queste le garanzie:

  • riconoscimento del rapporto di lavoro a tempo indeterminato nelle sue poliedriche possibili forme applicative (part-time, a somministrazione, intermittente);
  • facoltà di attività lavorativa suppletiva  in “open shift”,  con possibile incremento del monte retributivo per prestazioni accessorie a servizio della clientela che fruisce delle app;
  • rispetto dei minimi contrattuali;
  • rimborso spese chilometriche per uso del mezzo proprio;
  • percorsi formativi;
  • tfr;
  • previdenza obbligatoria;
  • malattia;
  • maternità  e paternità;
  • straordinario, maggiorazioni per turni, ferie, festivita’ soppresse;
  • riconoscimento e retribuzione dei tempi di consegna.

di Angela Gerarda Fasulo