L’Agenzia giornalistica ANSA ha segnalato una grave contrazione del lavoro femminile dovuta alla pandemia Covid-2019.
Nella contrazione, dopo la Spagna, l’Italia si trova ad avere, purtroppo un calo dell’occupazione femminile che risulta essere il doppio rispetto alla media dell’Unione Europea.
Sono saltati circa 402 mila posti di lavoro tra aprile e settembre 2020, questa notizia proviene dai Consulenti del Lavoro, che registrano un calo del 4,1% delle donne fra i 15 e i 64 anni, rispetto ai dati europei che nello stesso periodo e nella stessa fascia d’età registrano un calo del 2,1%.
Lo studio dei Consulenti ricorda che nel 2020 l’Italia avrebbe dovuto raggiungere i target previsti dalla Strategia Europa 2020 con l’innalzamento del tasso di occupazione al 67%.
L’occupazione femminile indipendente sta pagando un prezzo alto, in Italia, con l’avanzare della crisi da Covid-19, poiché secondo i consulenti del lavoro nei mesi di aprile-settembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è diminuita di “103.000 unità, registrando una contrazione del 6,4%, praticamente il doppio di quella registrata dagli uomini”. E, si legge nello studio, diffuso a due giorni dall’8 marzo, “in nessun Paese europeo si è assistito ad un calo così forte: in media, le autonome sono diminuite dell’1,6%, più o meno quanto i maschi (-1,9%)”.
Secondo l’ ISTAT: su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne, pertanto si può sostenere che il fenomeno pandemico ha fatto esplodere un problema di disparità di genere. Secondo l’ISTAT dopo il lockdown, l’estate ha visto una ripresa del lavoro, ma, con la seconda ondata autunnale e con le nuove chiusure la situazione è peggiorata e il mese di dicembre, solitamente caratterizzato dalle spese natalizie, dai regali ai generi alimentari, alle vacanze sulla neve, ha registrato invece una forte diminuzione degli occupati fino a 101 mila unità! Questo numero è enorme, tragico, pone delle soluzioni a breve termine per evitare il disastro economico che possa riflettersi anche sul pagamento delle tasse che devono sostenere il welfare, in quanto se non possono essere pagate vanno ad incidere sull’economia generale colpendo gli stipendi dei pubblici dipendenti e le pensioni. Tornando al numero dei nuovi inoccupati l’ISTAT ha rilevato, come sopra detto che il crollo dell’occupazione ha colpito ben 99mila donne! Questo perché è stato colpito il turismo, i ristoranti e i commercianti, comparti che occupano come imprenditrici moltissime donne, alimentando la disparità di genere.
La pandemia, inoltre, ha agito peggiorando la situazione del gender pay gap nel contesto sia italiano che mondiale, le donne sono pagate meno rispetto ai loro colleghi uomini, questa criticità si sottolinea era già presente prima dell’emergenza sanitaria.
Per i motivi di cui sopra, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza su cui si basa il Recovery Plan italiano, prevede una “Strategia nazionale” per la parità di genere 2021-2026, che vada di pari passo con la “Strategia europea”, evidenziando cinque priorità (lavoro, reddito, competenze, tempo, potere). Il fine è quello di risalire di cinque punti entro il 2026 nella classifica del Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (l’Italia è al 14° posto, con un punteggio di 63,5 punti su 100, inferiore di 4,4 punti alla media UE).
Nel Recovery Plan è previsto il sostegno delle donne e dei giovani. Nel testo si rileva che sono meno le donne che ricoprono posizioni apicali, nel privato così come nel pubblico e la maternità rallenta la carriera.
Fra le missioni del Recovery Plan c’è quella di agevolare l’imprenditoria femminile riducendo i divari di genere e salariale, inoltre, le Imprese parteciperanno ai progetti finanziari del PNR i cui progetti hanno la finalità di assumere giovani donne.
Il Recovery plan prevede quindi di:
Potenziare gli asili nido per agevolare le lavoratrici madri, stanziando 4,6 miliardi per la costruzione di nuove strutture;
Estende il tempo pieno nelle scuole primarie, stanziando un miliardo per tale fine;
Destinare 400 milioni in favore dell’imprenditorialità femminile,
Stanziare oltre 1 miliardo per la promozione delle competenze in ambito tecnico-scientifico, soprattutto per le studentesse.
Destinare un assegno unico, strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti.
Anche i giovani sono agevolati nei progetti del PNR che, nella Missione n. 1 prevede il potenziamento dei mezzi informatici nelle scuole;
Nella Missione 2 i progetti sono rivolti ad incentivare l’occupazione giovanile in tutti i settori toccati dal Green Deal europeo, tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno.
Nella Missione 4 il progetto è quello relativo all’intervento sul ciclo dell’istruzione e della ricerca, per ridurre le distanze tra istruzione e lavoro, professionale terziaria (ITS), l’accesso all’istruzione universitaria, con nuove borse di studio, e le opportunità per i giovani ricercatori, con l’estensione dei dottorati di ricerca.
di Francesca Caracò