Il volume Ossigeno illegale, scritto a quattro mani dal magistrato Nicola Gratteri, uno dei più esposti nella lotta contro le mafie ed in particolare contro la ‘Ndrangheta, e da Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, pubblicato per i tipi di Mondadori, presenta il volto delle mafie all’epoca della pandemia.
Si parte dall’assunto: “Si è sempre saputo, anche se pochi hanno avuto il coraggio di ammetterlo: la mafia è forte, ma gran parte della forza gliela danno gli altri, quelli che la sostengono da fuori, dall’esterno”.
Dinamiche affaristiche e speculative si sono sempre registrate in occasione di calamità naturali, ma nel momento in cui il mondo intero sta soffrendo gli effetti della pandemia da Covid19 desta sempre più preoccupazione la possibile distorsione che le attività criminali possono ulteriormente introdurre nelle economie dei vari paesi. Squilibri che vengono amplificati dal riciclaggio di denaro nel circuito finanziario.
Nel libro si riporta anche il caso di Al Capone, uno dei primi a comprendere quanto le organizzazioni criminali potessero beneficiare delle crisi. Nei giorni successivi al crollo di Wall Street, il 24 ottobre 1929, il gangster italo-americano capì che, quando la popolazione è alla fame, il consenso popolare è in vendita. Con pasti caldi e vestiti, uno stipendio insperato molte persone sarebbero state riconoscenti ad Al Capone e tale riconoscenza gli avrebbe aperto molte porte.
Gli autori, tra l’altro, con cognizione di causa e dati alla mano, sostengono che in uno scenario di medio-lungo periodo, all’infezione sanitaria del virus si affiancherà l’infezione finanziaria mafiosa. Infatti, i clan sono pronti ad approfittare dell’attuale situazione per dare la caccia ad aziende in stato di necessità.
Il riciclaggio di denaro è uno dei più insidiosi canali di contaminazione tra lecito ed illecito e per i boss si tratta di un passaggio essenziale. Infatti, il potere di acquisto ottenuto grazie ai profitti delle attività illecite senza il riciclaggio resterebbe solo potenziale ed il potere di acquisto, ottenuto grazie ai profitti delle attività illecite, resterebbe soltanto potenziale e non si tradurrebbe in potere economico vero.
Oggi la corruzione è il mezzo principale con cui le mafie si espandono, mettono radici lontano dai territori di origine e si radicano in Europa infiltrandosi nelle varie increspature dell’economia legale e della politica. In particolare lì dove si gestiscono risorse pubbliche, soprattutto appalti.
L’attenzione non va prestata soltanto all’Europa, ma anche a tante altre parti del mondo, dove ormai le mafie hanno messo da tempo radici. Le mafie non conoscono confini e andrebbero inquadrate in una strategia complessiva in grado di contrapporre un efficace contrasto al riciclaggio dei capitali illeciti ovunque nel mondo. Ciò non succede e l’attuale crisi pandemica, oltre ad avvitare l’economia globale in una spirale da cui non sarà facile uscire, rischia seriamente di garantire alle organizzazioni criminali prospettive di arricchimento e di espansione.
Le mafie sono pronte a saccheggiare qualsiasi cosa e a calpestare qualsiasi cosa, anche la pietà.
Il libro costituisce una testimonianza agghiacciante sulla nostra epoca e sull’inefficienza dei pubblici poteri e della politica di fronte a tale fenomeno. Inefficienza non soltanto italiana, ma europea e mondiale.
di Carlo Marino
#carlomarinoeuropeannewsagency