La violenza sulle donne sta diventando sempre più aberrante: una meschinità gratuita tutta al maschile che corrobora ed esprime menti insane e spurie.
Spesso si assiste, purtroppo, passivi ed immobili!
Uno scenario crudele e disarmante dove la “Donna” è sempre più spesso vittima innocente, mercé di folli e scellerati.
Molte donne la mattina si recano al lavoro dopo aver subìto dal proprio uomo, compagno, fidanzato, marito, ogni forma di violenza, insulti maltrattamenti, ingiurie, percosse, calci pugni: atti criminosi con i quali il suo carnefice (amato incondizionatamente) vuole sfogare rabbia inconsulta e assoluto disprezzo per la compagna che ha al suo fianco.
L’uomo carnefice infuria violentemente ed impunemente sulla sua vittima sacrificale, la donna che ha scelto per ogni forma di scelleratezza e immondezza.
Infierisce crudelmente sull’essere debole e soggiogato da un amore malato, sprovvista del giusto discernimento utile a prendere le dovute, improcrastinabili distanze, dall’essere crudele che la tiene prigioniera del suo amore.
Quanto costi ad una donna portare avanti i suoi affetti malati, solo lei ne ha consapevolezza e ragione!
Non la si può condannare: ma solo lei ne pagherà il pietrificante più alto prezzo fino a perdere la sua stessa vita.
Oggi, tuttavia, nonostante la presenza diffusa ed attiva di tante positive iniziative sociali, che si prodigano a tutela della vita e dell’armonia femminile, nulla sembra radicalmente cambiato nel corso di quest’ultimo decennio.
Ogni decesso, provocato da una lite familiare o dal proliferarsi delle liti domestiche, è una sconfitta per tutti.
Nessuno dovrebbe voltare le spalle dall’altra parte, quando assiste a forme di violenza verso una donna.
La realtà ritorna al cospetto dello scenario collettivo solo quando un’altra donna muore e questo fa “notizia”, ma la comunicazione è breve e si limita al messaggio crudele di pochi attimi, che sfugge alla sensibilizzazione reale verso un intervento continuo a tutela di chi manifesta disagio per la sua situazione di soccombenza!
Poi tutto ritorna alla banale quotidianità di ogni giorno, che vede interessi collettivi ed individuali contrapporsi al pathos ed alla sofferenza della donna stuprata, violentata, ingiuriata, offesa, maltrattata…sembra tutto normale!
Lo scenario delle liti domestiche non fa più notizia, non fa scalpore, non interessa fino a quando non arriva l’annuncio “irreversibile” che quella donna, vittima per anni di soprusi e violenza di ogni genere, è rimasta uccisa dalla brutalità crudele ed aberrante della persona che amava.
L’immediatezza e la follia di quell’attimo passa ma non riesce a restituire il sommo bene della vita a chi l’ha ceduta ad un crudele carnefice che sembra, incredibilmente, giustificare fino alla fine, soggiogata da una prepotenza infinita capace di toglierle la vita!
di Angela Gerarda Fasulo