Con buona approssimazione è infatti ipotizzabile al gennaio 2016 il prossimo appuntamento in ARAN per la definizione dei Comparti e delle Aree di contrattazione: al massimo 4 per i dipendenti e altri 4 per dirigenti e professionisti della P.A..
Memento.
Con la nota sentenza di luglio, provocata dal ricorso avviato dalla FIALP CISAL, la Corte Costituzionale ha stabilito l’incostituzionalità del blocco dei contratti per oltre un lustro.
Ma il percorso negoziale per il rinnovo dei CCNL del P.I. è legato alla definizione di nuovi comparti di contrattazione, come sopra accennato, giusta il disposto del D.Lgs. 150/2009.
E la definizione dei nuovi comparti potrebbe (dovrebbe?) comportare una nuova certificazione della rappresentatività con effetti non solo sulle agibilità sindacali, ma sullo stesso potere di rappresentanza di forti e grandi Organizzazioni, da decenni presenti nel Mondo del lavoro Pubblico e che da quasi un ventennio aggiungono al “peso” dei loro associati il voto di decine di migliaia di Lavoratori vedendo confermata la loro autorevolezza.Non solo.
Pur non volendo entrare nella competizione “a chi calcola il valore più basso”, il Governo per il rinnovo dei contratti di lavoro ha, con tutta evidenza, stanziato (e, ad oggi, non incrementato ..) una somma ridicola.
Infine, la sottoscrizione dei contratti, come più volte da noi richiamato, significherebbe l’entrata in vigore di altri istituti come il famigerato 25-50-25%, cioè le quote “predeterminate” di lavoratori che demeritano o meritano poco (direbbe Totò: “a prescindere !!”) per i quali, vista l’entità del rinnovo contrattuale, si concretizzerebbe, addirittura, una notevole perdita di reddito. In conclusione: il cane si morde la coda…
E quindi l’ARAN (cui non interessa il destino dei Lavoratori pubblici) – che si trova ad affrontare una complessa ed irrituale situazione, non avendo avuto dal Governo (cui non interessa il destino dei Lavoratori pubblici) direttive in merito al rinnovo dei CCNL e ricevendo, invece, dal Ministro FP Madìa (cui non interessa il destino dei Lavoratori pubblici) un formale atto di indirizzo con un mandato definito, ma circoscritto al solo tema “compartoni” – non può che trascinarsi in rinvii e ipotizzare per la prossima volta la presentazione di una sua proposta scritta. Amen.
Analoga incertezza avvolge i lavori, sempre in ARAN, del Comitato paritetico che deve certificare il voto per il rinnovo delle RSU. Si, si, ricordiamo bene: proprio quello del marzo 2015 !!
Infatti, mentre da mesi i dati elettorali (e quelli associativi) sono stabilizzati, nel senso che non ci sono contestazioni rilevanti sui numeri, il contenzioso interno ad alcune sigle e le manovre sotterranee di altri, intenti in ardue alchimie contabili o nella realizzazione di ibridi sindacali, bloccano di fatto il riconoscimento della rappresentatività semplicemente per come si sono espressi i Lavoratori, e cioè sui vecchi, vigenti comparti di contrattazione!!
L’obiettivo del Governo (e non solo ..) è duplice: rinnovare per finta i contratti di lavoro e limitare la democrazia e la rappresentanza.
Non ci accontenta, né ci rassicurano, ipotetiche fasi transitorie o l’ipotesi di istituire nell’ambito di un mega-CCNL delle sotto-sezioni “dedicate”. Magari anche al Parastato.
Ed in conclusione di questo anno 2015, sono proprio i Lavoratori di questa realtà, i Lavoratori degli EPNE, che vogliamo continuare ad allertare contro l’evidente obiettivo di annullare, dopo un quarto di secolo, tutte le specificità, tutta l’esperienza di riorganizzazione dei servizi ai cittadini ed alle imprese, nonché di autonomia negoziale e organizzativa, spesso nell’inerzia delle stesse amministrazioni.
Come dimostrato in questi anni recenti dai ripetuti attacchi a INAIL e INPS (da ultimo la vicenda dell’Ispettorato nazionale) ed alla retribuzione accessoria del personale di quegli Istituti, come sperimentato con gli accorpamenti (Scau, Inpdai, Ipost, Inpdap, Ipsema, Ipesl..), gli scioglimenti e gli spostamenti in altre aree contrattuali (CRI, ICE, ENIT…) sono sempre e solo i Lavoratori quelli che pagano il prezzo dell’assalto al Parastato, quelli che pagano il prezzo dei capricci della politica (con la p minuscola ..).