Bimestralmente siamo costretti a ritornare sulla vicenda del RICORSO, in esito all’iniziativa “Un euro per la giustizia”, presentato dalla FIALP CISAL CONTRO il BLOCCO della CONTRATTAZIONE e degli STIPENDI DEI LAVORATORI PUBBLICI previsto dalle leggi nn. 122/2010 e 111/2011 (allora per 4 anni, oggi si rischia di arrivare a 10 anni !!! )
RICORSO che il Tribunale del Lavoro di Roma ha giudicato non infondato, tanto da rimettere alla CORTE COSTITUZIONALE la questione di LEGITTIMITA’ delle norme contestate dalla FIALP, e che il prossimo 23 giugno sarà discusso dalla stessa Corte Costituzionale.
Ben sei, secondo il Giudice, gli articoli della Costituzione violati: nn. 2, 3, 35, 36, 39 e 53.
Durante i lunghi mesi di attesa delle udienze abbiamo assistito a tutto:
dall’acquisizione (falsa !!) di paternità delle iniziative, alla promessa di interventi duri (in sede politica e giudiziaria), fino alla proposta di riapertura delle trattative, almeno sul versante normativo contrattuale.
Manifestazioni che hanno raggiunto l’apice (come al solito..) nel corso della recente campagna elettorale per il rinnovo delle RSU.
Oggi, appunto due mesi dopo, in atmosfera cine-festivaliera, si riapre il RED CARPET:
CGIL, CISL e UIL chiedono di aprire in fretta la contrattazione nel P.I.
È evidente il timore che la Corte Costituzionale possa giudicare POSITIVAMENTE il RICORSO FIALP CISAL, ponendo quelle sigle NON in grado di giustificare ai Lavoratori la loro inerzia.
È altrettanto evidente che il tenore delle considerazioni espresse dalla Corte Costituzionale in occasione della dichiarata incostituzionalità della c.d, Riforma Fornero in merito al blocco delle indicizzazioni delle pensioni, praticamente identiche a quelle da noi evidenziate nel ricorso, lascia ben sperare.
Diversamente assisteremmo ad una clamorosa e ingiustificata “giravolta” della Corte, che smentirebbe se stessa.
A proposito della succitata sentenza, rammentiamo l’iniziativa della CISAL che ha predisposto per i pensionati una istanza/diffida da inoltrare all’INPS e di cui abbiamo messo al corrente tutte le Strutture FIALP.
Tornando alla richiesta di riapertura dei tavoli all’ARAN, giustificata ora con le stesse nostre motivazioni di allora (la crisi non può essere pagata solo dai Lavoratori Pubblici dipendenti di uno Stato pessimo datore di lavoro…) vogliamo ricordare che il confronto negoziale è, e resta il metodo del Sindacalismo Autonomo, né ci interessano altri “tappeti rossi” stesi per dare pubblicità a coloro che fanno del conflitto il proprio fine, la proprio “mission”.
Lo diciamo da decenni: l’aula giudiziaria, il tribunale, sono strumenti che utilizziamo per un solo obiettivo: la difesa dei diritti dei Lavoratori, non altro.
In conclusione, riportiamo come a nostro parere una riapertura del confronto sulla sola parte normativa, come parte del Sindacato sembra disposta a fare e qualche politico tende a suggerire al Governo, proprio quella parte normativa dove, di solito, si “cede” qualcosa in campo organizzativo in cambio di riconoscimenti economici e professionali per i Lavoratori, possa comportare lo smantellamento di diritti e prerogative già ampiamente intaccati e/o intaccabili dalle c.d. Riforme di Brunettiana memoria.
F.to Michele Di Lullo – SEGRETARIO GENERALE VICARIO FIALP CISAL