L’incontro con la Funzione Pubblica per quanto riguarda l’applicazione delle procedure di mobilità nell’ambito di Croce Rossa Italiana, alla luce del Decreto Ministeriale, ha offerto ulteriori spunti di riflessione, oltre a quelli evidenziati con il Comunicato FIALP 23 del 21 settembre scorso (Disfunzione Pubblica).
La posizione della FIALP CISAL è stata chiaramente espressa del Segretario Generale Davide Velardi che sottolineava che seppure tutte le incongruenze e le discriminazioni presenti nel Decreto Madia sulla mobilità erano chiaramente emerse sul tavolo, era irragionevole il richiamo della Funzione Pubblica alla funzione esclusiva di “tavolo tecnico” invocata dalla delegazione dei Funzionari di Funzione Pubblica presenti.
Se a fronte di domande e proposte fatte al “tavolo politico” (la lettera della FIALP CISAL al Ministro Madia del 21 settembre u.s.) non si sono avute risposte se non il silenzio e l’accelerazione alla pubblicazione del Decreto, quando questo Sindacato ha chiesto una modifica del Decreto (ben motivata da aspetti evidenti di equità) non è forse questa una richiesta “politica”? Allora qual è il confine tra tecnico e politico? Facciamo poi veramente fatica a capire la logica di questa Funzione Pubblica che dopo anni di blocco dei contratti e di blocco del turn-over nella Pubblica Amministrazione (specificatamente nel Comparto della Sanità Pubblica) in un Decreto Nazionale sulla mobilità si blocchi la possibilità di accesso verso il Servizio Sanitario Nazionale a quelle figure professionali, patrimonio specifico della CRI, particolarmente utili e universalmente riconosciute. La FIALP CISAL nella riunione si aspettava un elenco preciso e puntuale delle disponibilità di ricezione di tutte le Pubbliche Amministrazioni, ma ancora una volta nessun dato con il quale sia possibile un confronto. La FIALP CISAL, a questo punto, invita la F.P. a convocare il tavolo quando saranno pronti i dati, nel frattempo si attiverà per impugnare questo Decreto in tutte le sedi opportune. Comunque si rileva che, se tutti possono fare domanda di mobilità e tutti sono inseriti nel sistema, il dato essenziale che continua a mancare è la griglia di ricettività degli Enti e Amministrazioni Centrali e periferiche interessate, nonché delle Regioni e del SSN. Possibile che se il Ministro della Funzione Pubblica chieda necessità ed ruoli scoperti nella P.A. rimanga inascoltata? Questo è uno snodo fondamentale: senza la conoscenza dei dati nemmeno è possibile far partire un confronto.
Intanto dobbiamo partire da alcuni punti fermi.
Il primo punto è che senza dati reali, senza un elenco certo di carenze organiche di Enti, Ministeri ed Aziende Pubbliche coinvolte (loro malgrado) in questa che è stata definita una “operazione epocale sulla mobilità dei dipendenti pubblici”, stiamo parlando di nulla.
Il secondo punto è che la dichiarazione della Funzione Pubblica, più volte esternata in questa come nelle riunioni precedenti, di essere un “tavolo tecnico”, mostra tutti suoi limiti e contraddizioni quando viene impedito a tutte le OO. SS. di avere un confronto con la parte politica, più e più volte richiesto.
Terzo punto, conseguente, è che appare del tutto evidente che tutti i Funzionari che intervengono a queste riunioni (siano essi del Ministero della Difesa, dell’Economia e Finanze, del Ministero Vigilante di CRI – Ministero della Salute – oppure delle Regioni in rappresentanza della Conferenza) non hanno alcuna facoltà di poter modificare alcunché (qualora lo vogliano), ma solo quella di relazionare, eventualmente, alla parte politica.
Quarto punto: i continui richiami al D. Leg.vo 178/2012. Sebbene da tutti considerato inefficace e rivedibile, specificatamente al riguardo dei percorsi di mobilità in esso contenuti, più volte si è fatto riferimento a che, espletate le procedure previste dal Decreto Madia sulla mobilità, il personale di CRI comunque potrebbe usufruire di quelle previste dallo stesso D. L. 178.
Alcune riflessioni, partendo proprio dall’ultimo punto.
Se si considerano contorte e poco praticabili le procedure di mobilità previste nel 178 (ricordiamo a tutti solo da noi impugnato nelle sedi giudiziarie) come si può solo considerare un rinvio a quelle norme?
Complessivamente, tutto il Decreto sulla Mobilità del Ministro Madia, nella riunione in F.P. del 30 settembre è stato aspramente contestato dalle OO. SS., ma la FIALP CISAL aveva già espresso tutte le perplessità sia con il comunicato FIALP n. 23 che con la lettera al Ministro Madia del 21 settembre u.s. nella quale veniva chiesto di sanare le evidenti discriminazioni perpetrate nei confronti del personale di CRI interessato alla mobilità.
Solo leggendo il Decreto avevamo evidenziato le gravi discriminazioni cui il personale CRI veniva esposto:
• i lavoratori di CRI esclusi dalla mobilità verso le Regioni e la Sanità Regionale, potendo solo indirizzarsi verso gli Enti EPnE e le Amministrazioni Centrali dello Stato (Ministeri);
• i dipendenti CRI che potevano usufruire di una opportunità di mobilità presso il Ministero di Grazia, da oggi esclusi;
• i continui rinvii al D. Leg.vo 178 che rendono economicamente più penalizzante per i lavoratori CRI la mobilità rispetto ai colleghi delle Provincie.
Insomma un coacervo di norme intrinsecamente contraddittorie (dobbiamo dire in verità che è il normale risultato di dover mettere insieme norme tra loro discordanti e generate da logiche diverse) capaci di discriminare all’interno dello stesso Decreto tra tipologie diverse di lavoratori in esubero e poi tra diversi lavoratori della stessa tipologia.
In realtà a poco valgono le dichiarazioni di serenità della F.P. che suggeriscono all’Amministrazione CRI di inserire i nominativi di tutto il personale sul portale apposito in quanto “comunque una opportunità”.
Certo che se, come riportato più o meno ingenuamente, la mobilità CRI (esperite tutte le fasi descritte in questo Decreto) dovesse ritornare ai percorsi e criteri individuati nel 178/12, non c’è proprio da stare tranquilli.
Ad oggi l’inserimento di tutto il personale CRI sul Portale, effettuato a cura dell’Amministrazione CRI, è una medaglia con due facce: una possibilità ed un rischio allo stesso momento.
Ma in realtà, di quale opportunità si parla se non ci sono ad oggi elenchi e dati certi sulle carenze con le quali compensare con il personale di CRI?
A nostro avviso questa sarebbe la “condicio sine qua non” per poter vedere tutti i lavoratori CRI in quell’elenco, magari con un accordo che, a fronte della certezza della destinazione, scaglionasse il trasferimento dei colleghi avendo in conto le necessità espresse dell’Ente di Supporto che a norma vigente, partirebbe da gennaio 2016.
Ora restiamo in attesa di un documento che la Funzione Pubblica, in coda alla riunione, ha detto ci avrebbe inviato e nel quale, presumibilmente, saranno indicate una serie di indicazioni tecniche operative utili al processo di mobilità iniziato con questo Decreto.
Ci dobbiamo aspettare che questo documento, se mai dovesse arrivare, contenga finalmente quei dati che consentano ai colleghi di fare scelte in serenità?
A questo punto, visto il comunicato unitario di altre sigle nel quale si chiede un “tavolo politico”, ricordiamo a noi stessi che sin dal primo incontro in Funzione Pubblica questa è stata la comune richiesta delle OO.SS..
Ricordiamo a noi stessi che la FIALP CISAL ha fatto richieste “politiche”, proprio al Ministro Madia, e nei tempi che avrebbero consentito una modifica del Decreto od un confronto con i rappresentanti dei lavoratori.
La risposta del Governo? Mentre stavamo a Palazzo Vidoni, il Decreto veniva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sancendo un disprezzo verso i lavoratori mai nascosto da questo Governo. Anche la FIALP CISAL auspica il confronto con un livello politico dove qualcuno abbia la capacità di portare dati reali e la potestà di prendere impegni, ma i tempi vanno scelti e non subìti.
Nel frattempo dovremo inevitabilmente fare i conti con questo Decreto, mentre studiamo la fattibilità di una impugnazione che tuteli il personale di CRI, sapendo bene che i tempi “giudiziari” mal si coniugano con la vita reale e quotidiana dei lavoratori, soprattutto se in difficoltà.
Ci è stata preannunciata, sempre a breve, altra convocazione in Funzione Pubblica, e visti i tempi strettissimi cui vengono forzate le Amministrazioni e conseguentemente i lavoratori, speriamo che sia sollecita.
Aspettiamo sempre i dati, i numeri, le cifre, poi potremo discutere le modalità ed i tempi.
Qualche proposta intelligente e di buon senso, a tutela dei lavoratori, è già stata fatta al tavolo e ben compresa dalla stessa F.P.: speriamo venga pure resa possibile.
Vedremo se ve ne sarà traccia in quel famigerato “documento” in arrivo …
Fermo restando che stiamo studiando il modo di contestare questo Decreto tramite tutte le azioni, anche di tipo legale, perché sia più equo e rispondente alle necessità e per restituire più equità e dignità al personale di CRI, non ci sottrarremo al confronto con nessuna delle parti interessate, per affinare e concordare azioni e proposte a tutela dei lavoratori tutti della CRI, civili e militari, di ruolo e precari.
Inquietanti, infine, sono le notizie che ci pervengono circa uno studio di fattibilità di trasformare in indennizzo economico le posizioni del personale precario che, coinvolto nei processi giudiziari per la stabilizzazione, ancora non perviene a sentenza: aldilà della praticabilità, ci fa semplicemente orrore l’idea che una ipotesi del genere venga presa in considerazione. Ma tutto al momento giusto.
F.to Paolo Calì – Segretario Nazionale FIALP