A partire dal 24 febbraio 2022, molti ucraini costretti a lasciare l’Italia e a tornare al proprio paese d’origine, e che hanno lavorato per un’intera vita in Italia potranno continuare a godere della pensione. Lo ha stabilito il ministero del Lavoro e delle politiche sociali sulla base dell’articolo 18 della legge n.189/2002, che ha accolto una delle proposte Acli, presentate ufficialmente lo scorso 17 marzo alla Camera dei Deputati.
L’articolo 18, comma 13, della legge 30 luglio 2002, n. 189, stabilisce che: “Salvo quanto previsto per i lavoratori stagionali dall’articolo 25, comma 5, in caso di rimpatrio il lavoratore extracomunitario conserva i diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati e può goderne indipendentemente dalla vigenza di un accordo di reciprocità al verificarsi della maturazione dei requisiti previsti dalla normativa vigente, al compimento del sessantacinquesimo anno di età, anche in deroga al requisito contributivo minimo previsto dall’articolo 1, comma 20, della legge 8 agosto 1995, n. 335”.
È stato quindi richiesto che per l’intera durata dell’emergenza in Ucraina, l’INPS continuasse ad erogare la pensione da espatriati, quella cioè che spetta a chi abbia regolarmente lavorato in Italia e sia poi espatriato in Ucraina, e che si potesse ritirare la pensione presso le Poste Italiane e su altri canali bancari diffusi a livello internazionale.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero del Lavoro, gli ucraini regolarmente soggiornanti in Italia sono 223.489 al 1° gennaio 2021, dato che colloca la comunità in quarta posizione per numerosità tra le principali comunità di cittadinanza non comunitaria. Stiamo parlando di una realtà ben consolidata nel nostro Paese e per il quale per rispondere all’emergenza legata alla guerra tra Ucraina e Russia si sta rispondendo con un’azione coordinata che coinvolge tutte le istituzioni, a livello centrale e locale, la rete diplomatico-consolare, le organizzazioni internazionali, il mondo del Terzo settore.
Il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha comunicato all’INPS che “fino a quando non verranno a crearsi le condizioni per un rientro nel Paese in sicurezza, le pensioni già in essere potranno continuare ad essere erogate anche in Paesi diversi dall’Ucraina e in Italia”.
Nel messaggio n. 1515 del 4 aprile 2022 dell’INPS “Prosecuzione dell’erogazione delle prestazioni pensionistiche riconosciute ai sensi della legge 30 luglio 2002, n. 189, in favore dei cittadini ucraini rimpatriati costretti a lasciare il loro paese d’origine in ragione del conflitto in corso in Ucraina” sono indicate le modalità organizzative per continuare l’erogazione delle prestazioni pensionistiche riconosciute ai cittadini ucraini rimpatriati che, a causa del conflitto in corso, hanno lasciato il loro Paese d’origine per ristabilirsi in Italia o nel territorio di altri Stati. Nella gestione dei relativi pagamenti dei trattamenti pensionistici sono definite con la massima urgenza le domande di variazione dell’ufficio pagatore, in modo da ridurre al minimo i disagi dei cittadini ucraini, che richiedono la localizzazione dei pagamenti in Italia o in paesi diversi dall’Ucraina.
di Massimiliano Gonzi