È stato siglato l’accordo sul rinnovo del CCNL del comparto sanità 2019-21. Il contratto – che riguarda oltre 545mila dipendenti del Servizio sanitario nazionale, tra cui 277mila infermieri – è stato trasmesso al Comitato di Settore per il parere e al Governo per eventuali osservazioni. A seguito della deliberazione del Consiglio dei Ministri sarà inviato alla Corte dei conti per la certificazione dei costi contrattuali. Gli operatori sanitari troveranno nelle buste paga – a decorrere dal 1° gennaio 2021 – un incremento medio a regime degli stipendi tabellari di 91 euro medi per 13 mesi ed una rivalutazione dei Fondi destinati alla contrattazione integrativa di 12 euro al mese per 13 mensilità. L’accordo, includendo anche le indennità previste dalle ultime due leggi di bilancio, permette di riconoscere incrementi medi, calcolati su tutto il personale del comparto, di circa 175 euro medi mensili, corrispondenti ad una percentuale di rivalutazione del 7,22%. “La firma definitiva all’ARAN – sottolinea il ministro per la PA, Renato Brunetta – è il coronamento di un percorso virtuoso cominciato il 10 marzo di un anno fa con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale – siglato con i sindacati a Palazzo Chigi – e, soprattutto, rappresenta il doveroso riconoscimento per oltre 545mila dipendenti del Servizio sanitario nazionale, tra cui 277mila infermieri, ogni giorno in prima fila nelle strutture del Paese per garantire l’assistenza e i servizi di cura ai cittadini, a partire da quelli più fragili. Dipendenti pubblici che, nei mesi più duri dell’emergenza e per tutto il periodo della pandemia, con il loro lavoro hanno rappresentato ‘i volti della Repubblica’ per eccellenza, come li ha definiti il presidente Mattarella”.
di Massimiliano Gonzi