Repubblica araba d’Egitto ha aperto la 27a conferenza COP27

Il giorno 8 novembre 2022, il governo ospitante della Repubblica araba d’Egitto ha aperto la 27a conferenza delle parti dell’UNFCCC (COP 27), con l’obiettivo di consolidare i precedenti successi e aprire la strada a future ambizioni per affrontare efficacemente la sfida globale del cambiamento climatico.

Alla COP 27, i paesi del mondo si riuniscono per il raggiungimento degli obiettivi fissati nell’accordo e nella Convenzione di Parigi sul clima. Basandosi sui risultati e sullo slancio della COP 26 di Glasgow dello scorso anno, ci si aspetta che le nazioni dimostrino alla COP 27 di essere in una nuova fase per l’attuazione degli obiettivi prefissati, trasformando in azione gli impegni presi nel quadro dell’accordo di Parigi. La conferenza ha avuto luogo dal 6 al 18 novembre 2022 a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Anche i capi di Stato e di governo hanno preso parte al vertice di Sharm el-Sheikh il 7 e 8 novembre. Dal 15 al 18 novembre si è svolto, invece, un segmento di alto livello a cui hanno partecipato principalmente i Ministri.

Il segretariato dell’UNFCCC (UN Climate Change) è l’entità delle Nazioni Unite incaricata di supportare la risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico. UNFCCC sta per Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La Convenzione ha un’adesione quasi universale (197 parti contraenti) ed è il trattato capostipite dell’Accordo di Parigi del 2015. L’obiettivo principale dell’accordo di Parigi è quello di contrastare l’aumento della temperatura media globale in questo secolo e mantenerlo il più vicino possibile a 1,5 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali. L’UNFCCC è anche il trattato capostipite del Protocollo di Kyoto del 1997. L’obiettivo finale di tutti e tre gli accordi nell’ambito dell’UNFCCC è quello di stabilizzare le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera a un livello tale da impedire pericolose interferenze umane con il sistema climatico, in un lasso di tempo che consenta agli ecosistemi di adattarsi naturalmente e consenta quindi uno sviluppo sostenibile.

Le discussioni alla COP27 hanno avuto inizio verso la fine di un anno che ha visto inondazioni devastanti e ondate di calore senza precedenti, gravi siccità e tempeste formidabili, tutti segni inequivocabili dell’emergenza climatica in corso. Allo stesso tempo, milioni di persone in tutto il mondo stanno affrontando l’impatto di crisi simultanee di energia, cibo, acqua e costo della vita, aggravate da gravi conflitti e tensioni geopolitiche. In tale contesto avverso, alcuni paesi hanno iniziato a bloccare o invertire le politiche climatiche e hanno raddoppiato l’uso di combustibili fossili.

La COP27 si è svolta anche sullo sfondo di un’inadeguata capacità di ridurre le emissioni di gas serra. Secondo il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, le emissioni di CO2 devono essere ridotte del 45% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2010, per raggiungere l’obiettivo centrale dell’accordo di Parigi cioè di limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius entro la fine di questo secolo. Ciò è fondamentale per evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, compresi siccità, ondate di caldo e precipitazioni più frequenti e gravi.

La COP27 ha offerto un’opportunità unica nel 2022: infatti il mondo ha ripreso ad unirsi, a far funzionare il multilateralismo ripristinando la fiducia e, unendosi ai massimi livelli ha lavorato per aumentare l’ambizione e l’azione nella lotta al cambiamento climatico. La COP27 probabilmente sarà ricordata come la “COP di attuazione”, quella in cui almeno si è ripristinato il nucleo dell’accordo di Parigi.

di Carlo Marino

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