Sabato 10 dicembre alle ore 22.00 (apertura porte 21.00), all’interno della Sala delle Capriate dell’Ex Convento di San Francesco a Bagnacavallo (RA), Magma ha presentato il live di Miki Yui, nell’ambito del weekend di finissage della mostra La piena dell’occhio, personale di Enrico Minguzzi a cura di Saverio Verini.
Si è così partiti per un viaggio cominciato tra gli antichi corridoi dell’Ex Convento e le contemporanee e surreali nature morte di Enrico Minguzzi. Un viaggio che non è stato unicamente visivo, ma che ha trovato la sua colonna sonora grazie all’artista e compositrice giapponese Miki Yui che, attraverso sintetizzatori e campionatori, ha disegnato sentieri verso mondi a ignoti. Paesaggi sonori abitati da rumori e frequenze che hanno puntato a rivelare la bellezza del vuoto, i fenomeni di coesistenza e le risonanze nella vita. Una performance che è partita da delicati e minuscoli sibili dirigendosi alla volta di ronzii distanti generati da suoni elettronici e field recordings che intrecciandosi hanno dato vita ad una forte tensione narrativa. Una musica che, tramite sottili riferimenti all’esistente, ha esplorato le aree nascoste delle percezioni e fantasie umane.
Miki Yui è una musicista e compositrice giapponese di Tokyo, stabilitasi a Düsseldorf (Germania) dal 1994. Con una formazione in belle arti alle spalle, si definisce un’artista multidisciplinare che ha esplorato e continua ad esplorare i campi della musica, del disegno, dell’installazione e della performance. Dal 1999 è nota a livello mondiale per il suo approccio unico, minimalista e organico. Il suo settimo album da solista “APERIO!” è stato pubblicato nel settembre 2020 da Hallow Ground. Negli anni ha collaborato con Klaus Dinger (NEU!), Rolf Julius, Carl Stone e Asmus Tietchens. (mikiyui.com)
La mostra “La piena dell’occhio” ha offerto uno spaccato della produzione artistica recente di Enrico Minguzzi: oltre trenta tra dipinti e sculture, realizzati tra il 2021 e il 2022. Il titolo allude al traboccamento, all’inondazione di immagini e forme tridimensionali che si inseriscono negli ambienti dell’Ex Convento come delle presenze silenziose e insieme appariscenti.
Artista al confine tra figurazione e astrazione, Minguzzi compone il suo immaginario pittorico per sovrapposizioni di veli, trasparenti e sottili strati di colore, tracciando un processo di proliferazione di forme sospese. I dipinti di Minguzzi possono essere considerati dei ritratti di elementi tratti dal mondo minerale e vegetale: pietre, concrezioni, fiori ed erbe, tutti riconducibili a qualcosa di esistente in natura, ma in realtà unicamente frutto di una proiezione mentale dell’artista.
Alla serie di dipinti, in continuità con la sua produzione precedente, Minguzzi ha scelto di accostare un corpo di sculture inedite: attraverso queste opere, l’artista trova un’estensione tridimensionale alle figure che caratterizzano la propria pittura – in un processo quasi “inverso”, che vede la traduzione dei dipinti in scultura e non viceversa –, sperimentando inoltre nuove tecniche e nuovi materiali, aprendo così a ulteriori sviluppi della sua pratica artistica.
La mostra è stata accompagnata da un catalogo che include le immagini dell’allestimento e i testi di Davide Caroli, direttore del Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, e del curatore Saverio Verini.
di Eleonora Marino