“Rivolgo un saluto al Presidente del Consiglio dei ministri, ai Colleghi Ministri, ai Sindaci, alle Autorità e a tutti voi presenti.
Ringrazio la Presidente, Bianca Maria Farina, l’Amministratore delegato, Matteo Del Fante e il Direttore, Giuseppe Lasco, per l’invito a partecipare a questa importante occasione per condividere gli interventi che Poste Italiane intende realizzare coinvolgendo le nostre amministrazioni pubbliche.
Permettetemi di rivolgere un caloroso saluto a tutti i dipendenti del Gruppo che, in prima linea, con il loro prezioso lavoro contribuiscono, ogni giorno, a generare valore pubblico per la nostra comunità.
Poste Italiane, con oltre un secolo e mezzo di vita, ha accompagnato le trasformazioni del nostro Paese. Un’azienda, la cui storia, è legata a doppio filo a quella dell’Italia unita, dalla ricostruzione post-bellica fino ai nostri giorni e che si intreccia con momenti, vicende e accadimenti strettamente connessi alla vita di diverse generazioni.
Non dobbiamo dimenticare che attraverso i portalettere, il telegrafo, sino ad arrivare al telefono e agli strumenti digitali più avanzati, siamo riusciti a comunicare non solo da una parte all’altra dell’Italia, ma anche nel resto d’Europa e oltre oceano. In questo modo, Poste ha da sempre svolto un ruolo cruciale nel nostro tessuto sociale mettendo in collegamento l’intera Italia dai piccoli comuni, ai grandi centri urbani, fino ai borghi montani e alle isole. Con la sua rete, svolge inoltre una missione di interesse economico generale che si sostanzia in una serie di servizi, al di fuori di quelli postali in senso stretto, utili ai cittadini, alle imprese e alla pubblica amministrazione.
In questo percorso di continui mutamenti, Poste è sempre rimasta un punto di riferimento per tutti gli utenti rappresentando, con i suoi uffici, una realtà con cui cittadini e imprese instaurano un rapporto diretto. L’Azienda ha continuato a garantire servizi essenziali anche durante le fasi più critiche della nostra storia, da ultimo quella dell’emergenza pandemica, nell’ottica di favorire una maggiore coesione sociale.
È con questo spirito che Poste italiane ha saputo coniugare tradizione e innovazione conservando la sua identità di azienda vicina alle istituzioni e agli utenti. Ne è un esempio concreto il progetto ‘Polis’ che rimanda la nostra immaginazione alle libere città della Grecia antica dove i cittadini partecipavano attivamente alla vita pubblica attraverso meccanismi di carattere democratico. Lo stesso Platone, ne La Repubblica, sosteneva che “Una polis nasce perché ciascuno di noi non basta a sé stesso”. Questo, a mio avviso, è il senso più nobile del progetto che ci viene presentato e che in maniera innovativa accelera il processo di transizione digitale nel settore pubblico e che permette anche ai cittadini, residenti in comuni più piccoli, di fruire di una serie di servizi essenziali.
Si tratta di un intervento con cui viene data attuazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che rappresenta una occasione straordinaria per il nostro Paese. Da questo punto di vista, come ho già avuto modo di ribadire in altri consessi, dopo una fase di progettazione dobbiamo far accadere le cose, passare dalle idee ai fatti. ‘Polis’ rappresenta senza ombra di dubbio uno strumento tangibile che abbraccia tutto il Paese e che può accorciare quella distanza, ancora oggi avvertita, tra cittadino e pubblica amministrazione.
Si tratta, infatti, di un programma che ho condiviso sin da subito, perché ci permette di raccontare i servizi che i nostri utenti possono utilizzare. Un percorso che mette al centro della nostra azione i territori, presidi imprescindibili, che dobbiamo valorizzare se vogliamo davvero rendere più competitiva, anche a livello europeo, la nostra pubblica amministrazione.
Oltre a facilitare l’accesso ai servizi digitali, il progetto Polis pone l’accento su un tema che, insieme alle competenze e al merito, rappresenta la base su cui deve, a mio avviso, poggiare l’architrave della pubblica amministrazione: la formazione. A questo proposito, per innescare una vera e propria innovazione culturale non possiamo soltanto pensare di dotare i nostri utenti degli strumenti digitali adeguati, ma dobbiamo fare in modo che cittadini e imprese sappiano usare e padroneggiare questi strumenti. La trasformazione digitale, prima, e quella amministrativa, poi, potrà dirsi realmente compiuta quando saremo riusciti a ridurre non solo il divario digitale ma anche quello territoriale, generazionale e sociale.
Questo vale anche per il nostro capitale umano. L’obiettivo da raggiungere è quello di valorizzare il talento e le competenze: le persone sono la risorsa più preziosa di una organizzazione per raggiungere i risultati e generare una crescita non solo in termini economico-finanziari ma soprattutto dal punto di vista sociale. In tale contesto, il merito acquista un valore essenziale per lo sviluppo non solo dei contesti organizzativi, ma in modo particolare della persona e del suo potenziale.
Si tratta, quindi, di un processo di innovazione che interessa la nostra pubblica amministrazione e che Poste Italiane ha saputo prontamente avviare. Da parte mia e della mia squadra posso assicurare la massima collaborazione e tutto il sostegno nella fase di realizzazione del progetto, al fine di semplificare e rendere facilmente accessibili i nostri servizi. Ora, la sfida è quella di trasformare la polis in un luogo dove tutti possano trovare soddisfazione alle proprie esigenze, ai propri bisogni, ma soprattutto realizzare le proprie aspettative.
Grazie Poste, grazie Italia!”
di Massimiliano Gonzi