Dal 5 aprile su Rai 2 va in onda la serie TV “Rocco schiavone 5” per la Regia di Simone Spada. Rocco Schiavone è un personaggio letterario, protagonista dei romanzi polizieschi scritti da Antonio Manzini.
Schiavone è un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni nella città di Aosta.
Rocco Schiavone è sarcastico, nel senso più romanesco del termine, maleducato, cinico quanto basta; odia il suo lavoro, soprattutto odia Aosta. Però ha talento.
Trasferito nel capoluogo valdostano per motivi disciplinari, è un uomo con un senso etico tutto personale, che raramente coincide con quello che un poliziotto dovrebbe avere. È sboccato, brusco e le sue azioni spesso esondano i margini della legalità. Un uomo con un passato oscuro, con molti scheletri nell’armadio.
Nato a Trastevere negli anni ’70, in un piccolo appartamento in via delle Mantellate, quando il pittoresco quartiere romano non era ancora meta dei turisti e degli investitori americani, figlio di operai, Schiavone è cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con i suoi amici del cuore, Sebastiano, Furio e Brizio. Col tempo i suoi amici sono rimasti ladri, lui invece è diventato guardia. Ma questo non ha intaccato il loro affetto e soprattutto il rispetto reciproco. Insomma, Rocco Schiavone è sì un poliziotto, ma tutto di lui farebbe dire il contrario.
C’è solo una persona al mondo che riesce a penetrare la scorza dura che Rocco si è costruito intorno: Marina, sua moglie. O meglio, la donna che era sua moglie. Che lo è stata fino al 7 luglio del 2007, giorno terribile nella vita di Rocco, nel quale la sua esistenza ha cambiato rotta, si è incrinata e, come un vaso di valore, non ha più potuto riprendere lo splendore di un tempo. Ma Marina continua a vivere nella mente di Rocco, che la vede viva e più bella che mai accanto a sé tutte le sere quando torna a casa. E la presenza della donna è l’unica cosa che rende sopportabile a Rocco la vita ad Aosta, l’unica cosa che riesce, in qualche modo, a colmare la nostalgia per Roma, per gli amici di sempre, per la sua vecchia vita.
Nelle NOTE di REGIA Simone Spada ha scritto: “Anche quest’anno eccoci qua, nuovamente a presentare la nostra serie di Rocco Schiavone, giunta alla quinta stagione.
Se penso a Rocco penso a quel meraviglioso viso unico e vissuto di Marco Giallini; penso alla scrittura umana e raffinata di Antonio Manzini; a quei bei romanzi Sellerio che divoravo anche prima di poter immaginare che un giorno ne avrei in qualche modo fatto parte; penso alla passione e alla visione del nostri produttori Rosario Rinaldo e Maddalena Rinaldo; penso alla Valle d’Aosta, che anche quest’anno ci ha ospitato; penso alla neve, un elemento naturale, magico, malinconico e visivo che merita di riempire quasi sempre un’inquadratura.
Rocco Schiavone è un racconto che più cresce e va avanti negli anni, più diventa potente, pieno e pregno di umanità e ricco di sfumature. Rocco è un po’ la verità della vita, la sua forza è l’empatia che crea con chi lo ama e chi non lo sopporta.
Nonostante viva in un tempo sospeso, un continuo inverno che sembra non passare mai, Rocco cambia, perché noi stessi cambiamo con lui.
Anche in questa stagione come nelle precedenti si arricchiscono ulteriormente le linee dei personaggi che lo circondano, le sue amicizie, i suoi amori mancati o schivati, i rimpianti, gli incontri e alcuni ritorni. Non è affidato alle note di regia svelare alcuni clamorosi colpi di scena ma posso dire che a questa quinta stagione sono particolarmente legato perché fiero di questo prodotto che ormai, sembra assurdo, vivo un po’ come un figlio. Buona Visione”.
di Eleonora Marino