Bougainvillea è il nuovo EP di Tatum Rush, uscito venerdì 9 giugno per Undamento. L’autore è la facciata da palcoscenico di Giordano Rush, visionario artista e producer di origini italo-svizzero americane. Nato a San Diego, California, ma cresciuto in Svizzera in un melting pot di cultura italiana, francese e statunitense, ha conseguito una laurea in performance art e ora vive e lavora tra Losanna, Parigi, Berlino e Milano dedicandosi alla scrittura e alla produzione di brani, videoarte e figurazioni all’opera.
Quattro brani dei più colorati, caldi e raffinati del visionario artista e producer. Sboccia a primavera, come la pianta tropicale di cui porta il nome, e può fiorire in un caffè di Milano così come nei vicoli di Roma, o sul muro di una villa in rovina a Rio de Janeiro.
Perché questa è la magia della musica di Tatum: narratore di un mondo scintillante e seducente, è ormai il nostro fornitore di fiducia di atmosfere senza tempo e desiderio di altrove. Momenti raccontati con ironia e leggerezza alla maniera dell’artista, che ci fa evadere nella sua fantasia fatta di atmosfere sensuali e personaggi eccentrici. Si muove costantemente tra arte e pop e sta rendendo estremamente affascinante e audace il pop italiano. Si tratta di un viaggio sonoro che si lascia baciare dai primi raggi di sole, in cui vibra l’aria di Cuba tra i violini tristi per i turisti a Portofino.
Interamente prodotto dallo stesso Tatum Rush tra Roma, Milano e Rio de Janeiro – con l’eccezione di “Cuore Violento” prodotta con Golden Years – il disco è impreziosito da pregiate collaborazioni, a partire dal contributo strumentale in ogni traccia dell’Ep del celebre pianista brasiliano Jorjão Barreto, che ha suonato con artisti tra i più importanti della musica brasiliana come Gilberto Gil, Caetano Veloso, Jorge Ben, Marcos Valle, Tim Maia, Gal Costa e tanti altri.
E ancora, in “Pelle di Luna” Tatum è in compagnia di Popa – icona nascente del pop di lusso italiano – e ci trasporta sulle sponde di una laguna illuminata dalla luna di Oscar Wilde. “Malegria”, scritta con Irbis, è un brano sui generis che spazia tra il cantautorato, la Bossa nova, la disco e il pop e dove l’artista dimostra ancora una volta di saper creare atmosfere sempre nuove e originali. In “Rodolfo” siamo in un teatro dove Tatum incontra il sosia di Rodolfo Valentino di cui Lulu – musa eterna dell’artista – cerca le attenzioni. In “Cuore Violento”, traccia che chiude l’ep, Golden Years spinge Tatum in terre dal sound più marcatamente pop, che si mescolano con tinte trap eleganti e raffinate. Qui Tatum gioca con il contemporaneo e ne fa quel che vuole.
Basta dunque lasciarsi trasportare sul suo pianeta artistico, che ne riflette appieno l’anima: immaginari e sound variegati convivono in modo audace e originale, tra riferimenti inaspettati e divertenti – a partire da quello battistiano della cover – che sottolineano l’importanza di non prendersi mai troppo sul serio.
Un sound sexy e romantico, intimo e danzereccio, profondo e leggero al tempo stesso, come già ci aveva dimostrato attraverso il mondo di Villa Tatum, il suo ultimo album, che lo ha confermato come uno dei più autentici e brillanti portavoce di un nuovo pop italiano, scintillante e intrigante, in costante movimento tra arte e musica.
di Eleonora Marino