Il pubblico impiego in Italia ha una storia ricca e complessa, che risale a molti secoli fa. Le sue radici storiche possono essere fatte risalire all’epoca romana, dove funzionari e burocrati venivano impiegati per amministrare il vasto impero.
Tuttavia, la forma moderna del pubblico impiego italiano ha visto la luce dopo l’Unità d’Italia, a partire dal 1861. In quel periodo, vennero costituiti i primi uffici governativi centrali e venne creata una burocrazia per amministrare il nuovo stato unitario, sulla falsariga dell’impianto sabaudo. Durante il periodo del regime fascista (1922-1943), il pubblico impiego subì importanti trasformazioni. Il regime centralizzò il potere, abolendo ogni forma di autonomia a livello locale, e consolidò il controllo statale su settori chiave dell’amministrazione. La centralizzazione e la crisi degli anni Trenta, con la nascita del cosiddetto parastato, portarono a una significativa espansione del pubblico impiego. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia si trovò in uno stato grave crisi e instabilità economica-sociale. La ricostruzione richiese un coinvolgimento importante dell’azione dei pubblici poteri per ripristinare l’ordine, ricostruire le infrastrutture e ripristinare le strutture produttive. Negli anni ’60 e ’70, l’Italia attraversò un periodo di forte crescita economica (cd. boom) e cambiamenti sociali, con un ulteriore crescita del settore pubblico. Nel 1968, fu adottato il “Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Pubblici” (TUEL), che regolamentò l’organizzazione e il funzionamento del pubblico impiego a livello locale. Negli anni ’90, l’Italia affrontò una serie di riforme volte a ridurre la spesa statale e modernizzare il settore pubblico, con importanti interventi di privatizzazione: la semplificazione della burocrazia, la digitalizzazione dei servizi pubblici e la riduzione del personale nel settore pubblico, con introduzione di elementi di privatizzazione e aziendalizzazione nella gestione dei servizi pubblici furono alcune delle linee guida. Se ancora oggi il pubblico impiego rappresenta una componente fondamentale della società italiana, fornendo servizi essenziali nei settori dell’istruzione, della sanità, del welfare e via dicendo, esistono una serie di problematiche – come la necessità di ridurre la spesa pubblica e una revisione dei modelli organizzativi – che dovranno essere adeguatamente gestite dal decisore politico.
di Paolo Arigotti