A Catania, la città dove Vincenzo Bellini nacque nel 1801, si è festeggiato il suo 221° compleanno con la “Maratona Belliniana”: un’intera giornata dedicata a Vincenzo Bellini, ideata dl Maestro Enrico Castiglione tra proiezioni, incontri, concerti ed eventi che è culminata alle ore 17:30 a palazzo Biscari per il Concerto in onore del Premio Bellini Festival e alle ore 20:00 al Duomo di Catania, la Cattedrale di Sant’Agata, con il tradizionale Concerto Straordinario per il 221° anniversario della nascita di Vincenzo Bellini che il Festival Belliniano ha offerto gratuitamente alla cittadinanza fin dal 2009.
La maratona quest’anno ha avuto l’opportunità di avere a Catania come protagonista il celebre soprano sud coreano Sumi Jo, cantante tra le più apprezzate nel mondo proprio quale interprete belliniana nei maggiori teatri internazionali, personaggio popolarissimo non solo in Corea del Sud ma anche in tutto l’Oriente, dove il Bellini Festival, attraverso la sua sezione “Bellini International”, promuove l’universo belliniano fin dal 2013 grazie alla prima rappresentazione assoluta a Shenzhen della Norma, il capolavoro operistico per eccellenza di Vincenzo Bellini. Sumi Jo, nata a Seul, in Sud Corea, è senz’altro una delle ultime grandi star dell’opera lirica internazionale, il cui “curriculum” ha attraversato la storia del secondo scorso, vincitrice del Grammy per La donna senz’ombra di Richard Strauss diretta da Georg Solti, passata alla storia per Un ballo in maschera diretto da Herbert von Karajan, ma anche attrice al cinema nel film Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino del 2015 in cui ha interpretato sé stessa, in La nona porta di Roman Polanski del 1999, interprete del brano musicale Simple Song#3 di David Lang candidato all’Oscar come migliore canzone nel 2015.
I momenti musicali della “Maratona Belliniana” di quest’anno sono stati due, entrambi imperdibili: alle ore 17:30, nei principeschi saloni di Palazzo Biscari, il primo Concerto, intitolato “Belliniana”, che ha visto protagonista il pianista catanese Gianfranco Pappalardo Fiumara in un programma tutto dedicato a Bellini attraverso pagine di Wolfgang Amadeus Mozart, Ludwig van Beethoven, ma anche e soprattutto Fréderic Chopin, amico ed estimatore di Bellini, da cui trasse ispirazione, Sigismung Thalberg, che scrisse numerose variazioni sui temi e sulle melodie tratte dalle maggiori opere di Bellini, Franz Liszt, anch’egli ispirato da Bellini, e Francesco Paolo Frontini, altro compositore catanese ingiustamente dimenticato, in occasione del festival in corso. Un programma intenso, che ha visto il ritorno di Pappalardo Fiumara a Catania che così ha dichiarato “sono felice ed onorato di poter suonare per il prestigioso Bellini Festival, un unicum nel panorama musicale non solo italiano”.
Il concerto è stato la prima occasione per ascoltare Sumi Jo interpretare Bellini a Catania: in tale occasione l’artista è stata insignita del prestigioso Premio Bellini, conferitole per la sua incredibile carriera “belliniana” e, accompagnata al pianoforte da Pappalardo Fiumara, ha cantato per la gioia dei presenti “Casta Diva”, dalla Norma.
Alle ore 20:00 alla Cattedrale di Sant’Agata ha avuto luogo il secondo appuntamento musicale ovvero il tradizionale Concerto Straordinario per il 221° anniversario della nascita di Vincenzo Bellini, offerto ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili, che ha visto Sumi Jo cantare accompagnata dal Coro Lirico Katàne istruito da Salvatore Signorello e dall’Orchestra Orfeo del Festival Belliniano diretta da Domenico Famà, giovane e promettente direttore catanese in ascesa. Il soprano ha eseguito un repertorio ricchissimo che includeva, tra i brani: “Bist du bei mir” di Johann Sebastian Bach, l’“Ave Maria” di Schubert e l’ “Ave Maria” di Caccini, il “Panis Angelicus” di César Franck (di cui quest’anno ricorrono i 200 anni dalla nascita), il “Pie Jesu” di Gabriel Fauré e di Bellini il “Tantum ergo”. Il coro e l’orchestra hanno offerto anche brani dal Gloria di Vivaldi, l’“Ave verum corpus” di Mozart, l’ “Elegy for strings” di Elgar, ed ancora l’”Aria” dalla Suite n. 3 di Bach.
di Eleonora Marino