Dal 30 al 31 ottobre del 2021 si è tenuto a Roma il vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi appartenenti al G20, il primo tenutosi in Italia, con la partecipazione di Paesi ospiti e dei rappresentanti di alcune delle principali organizzazioni internazionali e regionali. Al termine di due giornate di sessioni di lavoro e side events, durante i quali la città di Roma è stata blindata dalle forze dell’ordine, i Leader del G20 hanno adottato la Dichiarazione di Roma. Si tratta di una Dichiarazione di intenti che rappresenta il culmine di un intenso anno di negoziati ed eventi organizzati nell’ambito della Presidenza italiana del G20 e, chi lo desiderasse, può accedere al documento originale attraverso il seguente link.
https://www.g20.org/wp-content/uploads/2021/10/G20-ROME-LEADERS-DECLARATION.pdf
Gli obiettivi principali che i leader del G20 si sono prefissi sono stati quelli di superare la crisi sanitaria globale e di sostenere l’uscita dalla crisi economica derivatane.
Nel 2021, l’attività economica globale si è ripresa a un ritmo sostenuto, grazie alla diffusione dei vaccini e al sostegno continuo delle politiche pubbliche. Tuttavia, la ripresa rimane altamente divergente tra e all’interno dei singoli paesi, in particolare a causa del possibile diffondersi di nuove varianti di COVID-19 e a causa dei ritmi di vaccinazione irregolari. I leader del G20 si sono detti determinati a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e per tutto il tempo necessario per affrontare le conseguenze negative della pandemia, in particolare su coloro che sono stati più colpiti, come donne, giovani e lavoratori informali e poco qualificati.
Le banche centrali stanno monitorando da vicino le attuali dinamiche dei prezzi e i paesi del G20 si sono dichiarati pronti a sostenere la ripresa, evitando il ritiro prematuro delle misure di sostegno, preservando la stabilità finanziaria, la sostenibilità di bilancio a lungo termine e salvaguardando tale ripresa dai rischi al ribasso e da ricadute negative.
Tra le sfide globali che stanno impattando sulle economie del G20 vanno annoverate le possibili interruzioni nelle catene di approvvigionamento ed il mantenimento della stabilità dei prezzi a fronte di pressioni inflazionistiche. Monitorare e affrontare tali problemi significa anche sostenere la stabilità dell’economia globale. La scelta che più di tutte restituisce senso all’incontro di Roma è che il G20 intende portare avanti la propria azione ricorrendo al ruolo cruciale del multilateralismo nella ricerca di soluzioni condivise ed efficaci così da rafforzare ulteriormente la risposta comune alla pandemia.
Il G20 è un organismo di consultazione internazionale, formato dai ministri delle finanze e dai governatori delle banche centrali dei 20 paesi più industrializzati del mondo, con il compito di discutere i problemi di cooperazione economica internazionale e di confrontarsi sui temi chiave dell’economia globale.
Storicamente il G20 è il risultato di un progressivo ampliamento del numero di paesi considerati leader dell’economia mondiale: il primo di questi organismi è stato il G5, nato agli inizi degli anni Settanta del XX secolo e comprendente gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania Occidentale, la Francia e la Gran Bretagna. A metà degli anni Ottanta il G5 è stato sostituito, con l’aggiunta di Italia e Canada, dal G7 e, successivamente, con l’ingresso della Russia, dal G8.
Nel 1999, su proposta del ministro canadese Paul Martin, in conseguenza del mutato scenario economico internazionale, caratterizzato dall’affermarsi dei paesi emergenti, è stata decisa la fondazione di un nuovo organismo che, oltre ai paesi che già componevano il G8, comprende l’Argentina, l’Arabia Saudita, l’Australia, il Brasile, la Cina, l’India, l’Indonesia, il Messico, la Repubblica di Corea, la Repubblica Sudafricana e la Turchia; a questi si è aggiunta l’Unione Europea, che è rappresentata dal Presidente del Consiglio Europeo e da quello della Banca centrale europea (BCE). Il passaggio dal G8 al G20 ha segnato la presa d’atto della nuova distribuzione del potere internazionale, contrassegnata dalla presenza imprescindibile sulla scena internazionale di potenze quali Repubblica Popolare Cinese, India, Brasile, e del loro ruolo indiscutibile nella gestione dei problemi economici globali sorti in seguito alla crisi economica e finanziaria del 2008, nata proprio nel cuore del sistema finanziario occidentale. Le personalità riunite hanno analizzato gli andamenti della congiuntura economica caldeggiando i possibili percorsi politici per favorire gli interscambi tra i paesi industrializzati e i mercati emergenti.
Il G20 ha tra i suoi obiettivi principali la promozione della stabilità finanziaria internazionale e la risoluzione dei problemi che vanno oltre le responsabilità di qualsiasi altra organizzazione interstatuale. Dal 2008, alle riunioni del gruppo hanno partecipato anche i capi di Stato o di governo, dato l’inasprirsi della crisi economico-finanziaria internazionale; da allora il G20 si è riunito due volte l’anno.
Va notato che al G20 di Roma la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa hanno volutamente tenuto un profilo più basso, non facendo partecipare i capi di stato Xi Jinping e Vladimir Putin, ma solo i rispettivi Ministri degli Esteri.
Anche il controverso Presidente del Brasile Jair Bolsonaro, da molti considerato “ultra-sovranista”, ha partecipato al Meeting di Roma ma ha preferito non tenere nemmeno un incontro bilaterale con gli altri leader del G20 e tenersi in qualche modo defilato.
Giungendo in Italia anche per ricevere la cittadinanza onoraria da Anguillara Veneta, città di origine di un suo antenato dell’Ottocento, Bolsonaro si era lasciato alle spalle un rapporto della commissione del Senato del suo paese: una sorta di atto d’accusa di un migliaio di pagine che punta ad incriminarlo per la sua gestione della pandemia, giudicata catastrofica, visto che il Covid 19 ha finora causato in Brasile la morte di oltre seicentomila persone. Ma il Presidente tenta di difendersi puntando il dito anche verso altri paesi dell’America Latina quali il Venezuela.
di Carlo Marino
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