Dal 5 maggio al 30 settembre 2023 presso l’Antico Mercato in Siracusa si terrà la mostra d’arte contemporanea e curata dal noto critico d’arte Demetrio Paparoni dal titolo “Medea”. In mostra vi sono opere di: Margaux Bricler, Chiara Calore, Cian Dayrit Helgi Thorgils Fridjónsson, Francesco De Grandi Rusudan Khizanishvili, Sverre Malling, Rafael Megall Ruben Pang, Daniel Pitin, Nazzarena Poli Maramotti, Vera Portatadino, Nicola Samorì, Natee Utarit Ruprecht Von Kaufmann, Wang Guangyi, Yue Minjun.
Medea è un’icona tragica della condizione femminile ed è la protagonista della mostra internazionale d’arte contemporanea proposta dall’Amministrazione Comunale di Siracusa e ospitata negli storici spazi del loggiato dell’Antico Mercato di Ortigia di Siracusa.
La mostra comprende opere inedite di 17 artisti realizzate espressamente sul tema di Medea, tra i personaggi più celebri e controversi della mitologia greca.
Organizzata da Aditus, la mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da SKIRA. Medea è la più contemporanea dei protagonisti del mito. Si tratta di una donna, madre, assassina, che ha da sempre affascinato creativi e pubblico con la sua storia tragica. Personaggio dalle mille sfumature, omicida spietata, maga ammaliatrice, barbara in terra straniera, sposa tradita, Medea è al tempo stesso vittima e carnefice.
Una storia di amore e morte dove si intrecciano vari filoni narrativi che attualizzano la storia classica creando una figura affascinante, succube di una società utilitaristica. Medea è un’eroina dalla vitalità complessa e violenta che sceglie di compiere gesti estremi per affermare la sua volontà e forza di donna, non meno preziosa di quella di un uomo.
“Si potrebbe dire di Medea […]: è stata raccontata da tutti. Tutti però l’hanno raccontata in modo differente. Nessuna delle più di quattrocento riletture […] ne ha restituito l’immagine completa e definitiva. Medea […] è umana, ma è depositaria di saperi e poteri che trascendono quelli umani; è passionale, ma non perde mai la sua lucidità; è una barbara, ma tiene testa a quanti passano per civilizzati, è portatrice di una cultura arcaica ma è emancipata più di qualunque donna greca” (Il mito di Medea (2017), Maurizio Bettini e Giuseppe Pucci).
di Eleonora Marino