L’agriturismo si presenta come l’attività connessa[1] più diffusa, la praticano il 38% delle oltre 65.000 aziende agricole italiane multifunzionali.
Il nostro sistema agricolo ha negli ultimi anni rafforzato il suo ruolo multifunzionale, mantenendo il primato europeo in questo campo, spaziando dall’agriturismo, alla produzione di energia rinnovabile, alla prima lavorazione di prodotti agricoli o alla trasformazione di prodotti animali, oltre ai servizi come le fattorie didattiche e l’agricoltura sociale. Le attività connesse rappresentano ormai stabilmente oltre un quinto del valore della produzione agricola, con una crescita, in valore, del 50% negli ultimi quindici anni.
Queste sono in sintesi le evidenze emerse nel corso del convegno “Agriturismo e multifunzionalità, scenario e prospettive”, tenutosi a Roma alla fine di aprile, con la partecipazione del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il quale ha rimarcato come “gli agriturismi siano un’eccellenza tutta italiana, connubio tra enogastronomia, valorizzazione del territorio e offerta turistica”. In questo ambito c’è spazio per i giovani, che possono trovare sbocchi professionali all’interno di un modello che offre qualità, attraverso un’adeguata formazione, che deve coinvolgere scuole, istituti alberghieri e agrari.
[1] Le attività agricole connesse sono quelle attività svolte dall’imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, come aggiornate dal Decreto del MEF del 17/6/2011.
Nel corso del convegno è stato presentato il sesto rapporto sull’Agriturismo, curato dall’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) nell’ambito delle attività della RRN (Rete Rurale Nazionale), un valido strumento di orientamento, analisi e conoscenza del comparto, dal quale emerge un settore dinamico e vivace, che conta oltre 25.000 strutture agrituristiche autorizzate, in crescita del 27% dal 2010 al 2021. Nello stesso periodo si è registrato un incremento in tutte le regioni, con un’incidenza più che raddoppiata in Liguria, Lazio e Campania. L’agriturismo, evidenzia il rapporto 2022 Ismea, risponde a un bisogno profondo della società contemporanea e su di esso ha costruito una realtà solida ed in continua evoluzione. Henri Grolleau, uno degli intellettuali del turismo rurale europeo, affermava negli anni ‘80 del secolo scorso che lo smarrimento della società, l’incertezza verso il futuro, il bisogno di non vivere il viaggio come un numero nella massa, riscoprire le proprie radici dimenticate, potevano costituire la base di uno straordinario successo, che però era inibito inizialmente dalla scarsa consapevolezza delle popolazioni rurali di possedere queste risorse uniche, di poterle organizzare e proporre in modo non banale. Sussiste ancora il rischio di trasformare questo tesoro prezioso in soluzioni commerciali non diverse dal turismo massificato.
Il presidente dell’ISMEA, Angelo Frascarelli, ha dichiarato che l’agriturismo italiano è un caso di successo nel panorama dello sviluppo rurale internazionale, che sa interpretare i gusti e le aspettative dei fruitori, i quali vogliono riscoprirsi in equilibrio con la natura, fino a diventare emblema di quei valori, che sono alla base della transizione ecologica in atto. Innegabile, inoltre, è anche il ruolo che l’agriturismo svolge a presidio dei territori, soprattutto in alcune aree interne: il 63% dei comuni appartenenti a queste aree detiene almeno un agriturismo, che svolge appieno il ruolo di custode dei saperi e delle tradizioni, fungendo anche da volano per l’economia del territorio e la coesione sociale.
La giornata dei lavori ha visto anche la presentazione dei risultati di un’indagine, condotta da ISMEA da giugno a settembre 2022, finalizzata a valutare la soddisfazione degli ospiti, che hanno pernottato in agriturismo e di altri testimoni privilegiati. Emerge un quadro che conferma le tendenze in atto, caratterizzato dall’aumento della durata media dei soggiorni e da fenomeni come la destagionalizzazione e la disintermediazione.
Dal punto di vista della spesa, l’indagine rileva che l’agriturismo crea un indotto rilevante: infatti ogni 100 euro di spesa in servizi agrituristici, altri 40 euro sono investiti dagli ospiti in esperienze di fruizione offerte dal territorio, dall’enogastronomia, alle attrazioni artistiche e culturali, allo sport e all’avventura.
Complessivamente l’esperienza di fruizione del territorio è stata percepita in modo estremamente positivo dagli intervistati, ma sono state evidenziate anche criticità. Una prima area problematica riguarda le infrastrutture (scarsa manutenzione delle strade, piste ciclabili e pedonali o insufficiente segnaletica) e i servizi (carenze nei trasporti pubblici, nell’accessibilità delle informazioni, orari e giorni di visita di siti culturali e attività commerciali, scarsa possibilità di connessione ad Internet). Altre aree critiche, citate in alcuni casi, riguardano rifiuti presenti nel territorio, affollamento, scarsa cura del paesaggio.
Le aziende multifunzionali, oltre che per il valore economico che producono, sono importanti per altre caratteristiche che le contraddistinguono. Innanzitutto, sono condotte più frequentemente da imprenditori giovani rispetto al complesso delle aziende agricole (il 18,7% delle aziende con attività connesse ha un capo azienda under 41 contro il 9,3 % delle aziende agricole) e sono più digitalizzate, fattore direttamente collegato alla più giovane età dei capi azienda. Il principale mercato straniero per provenienza degli ospiti si conferma quello tedesco, con il 42,8% degli arrivi stranieri e il 50,7% delle presenze straniere.
L’agriturismo è capace di esprimere al meglio la cultura e la tradizione del nostro Paese, può quindi offrire numerose opportunità professionali ai giovani con una formazione mirata. Per tale motivo il convegno ha visto la partecipazione di una rappresentanza di studenti degli istituti agrari e alberghieri, che si sono confrontati sul futuro di questo comparto, che ha ancora potenzialità inespresse e si dimostra capace di coniugare tradizione e innovazione, in una forma di ospitalità rurale unica al mondo, che contraddistingue l’Italia.
di Rosaria Russo