Non sempre la nefasta realtà narrata per descrivere le deleterie condizioni di accoglienza di talune RSA (strutture residenziali per anziani) con drammatica risonanza sull’immaginario collettivo riflette l’effettiva oggettiva condizione di ben più che costruttiva ed utile accoglienza e benessere che normalmente prestano tali strutture in ausilio agli anziani non autosufficienti ricadenti nelle larghe fasce deboli della collettività.
Nella generalità dei casi si acclarano condizioni di effettivo sostegno utile ad alleviare le sofferenze, alquanto estese, collegate al proliferarsi ed al presentarsi delle malattie del corpo e della mente, tipiche dell’incunearsi dell’età.
Se tali condizioni di sostegno venissero a mancare, a totale discapito e detrimento dell’anziano bisognoso di cure e di assistenza globale, ne deriverebbe un danno indelebile per quelle persone che non hanno in famiglia la possibilità di essere assistiti, per non parlare di chi è addirittura senza una famiglia che possa offrire loro un potenziale aiuto alle individuali esigenze di salute e benessere.
Da qui il grido di allarme e di preoccupazione che emerge a cielo aperto per il rischio di chiusura delle stesse e la necessità che si debbano trovare soluzioni concrete per poterle efficacemente sostenere atteso il continuo, scarso, sempre più scarno reperimento di risorse finanziarie utili e necessarie al loro sostentamento e l’oggettiva, conseguente, impossibilità di una loro attiva permanenza in essere, fatti a tutti ormai noti che non passano in seconda battuta.
In effetti, molte sono le strutture per anziani che, senza aiuto di Regione e Governo, rischiano di chiudere.
Non deve sfuggire la circostanza che le strutture della terza età , il più delle volte sono ambiti di accoglienza favorevoli a dare la giusta assistenza agli anziani della nostra società.
In particolare un eco di rilievo è sopraggiunto dalle tre associazioni presenti al convegno – ANASTE, UNEBA e LEGACOOP – rappresentative di 38 strutture di cui 28 site a Bologna e provincia. Nell’ambito dell’incontro organizzato dall’Associazione nazionale strutture della terza età, tenutosi a Bologna a Palazzo Segni Masetti sono emerse le principali criticità e gli aspetti deleteri della mancanza di sovvenzionamenti; l’evento ha visto il coinvolgimento, tra l’altro, di USL, Università di Bologna, ordini professionali sanitari.
Preoccupa maggiormente, oltre alla cronica persistenza di carenza di personale specializzato di settore, l’assenza dei fondi. Va da sé che non potendo sostenere le spese sempre più importanti che necessitano per tenersi al passo con le sempre maggiori richieste di ausilio da apprezzare, le imprese medio-piccole impegnate nello svolgimento della gestione di tali strutture appaiono sprovviste delle basilari condizioni finanziare atte a poterne consentire un efficiente servizio a beneficio dell’anziano non autosufficiente.
Ben rappresentativa della condizione in cui le stesse versano e dell’emergenza di una trovare una rapida al problema è nei contenuti salienti della dichiarazione resa dal presidente ANASTE ER, dott. Gianluigi Pirazzoli:
“La preoccupazione è distribuita ampiamente tra tutte le strutture della regione. Alcune di queste hanno chiuso per il secondo anno di fila il bilancio in rosso. Inoltre i fornitori pretendono il riconoscimento dell’inflazione e stiamo parlando di aumenti medi del 10% su tutti i servizi di cui le strutture necessitano (lavanderia, cucina, ausili medicali etc). Dalla Regione non abbiamo ricevuto alcun riconoscimento, né sugli aumenti inflattivi né sui costi energetici e del personale. Chiediamo proprio alla REGIONE un tavolo urgente e non più rinviabile perché nessun progetto domiciliare potrà sostituire l’organizzazione sanitaria complessa di una CRA o RSA. I nostri anziani, soprattutto quelli che sono anche malati hanno diritto ad essere curati e assistiti a 360 gradi. Non possiamo trattarli come vasi da riempire, quindi limitarci ad assecondare le loro funzioni biologiche e fisiologiche. Prendersi cura degli anziani significa per noi mettere più vita nei loro giorni e non semplicemente aggiungere più giorni alla loro vita”.
Si rimane in attesa di nuove proposte che diano linfa vitale alla nuova Legge delega sulla non-autosufficienza approvata di recente dal Parlamento, che può costituire un importante punto di approdo a sostegno dell’effettivo rinsaldamento delle condizioni operative che potranno essere messe in campo in totale ausilio all’anziano non autosufficiente.
La preoccupazione è dilagante sulle strutture piccole e medie che non possono sostenere le spese necessarie al loro ordinario sostentamento.
Si tratta di strutture importanti che vanno sostenute in quanto riescono a conferire un importante apporto migliorativo alle condizioni di salute dell’anziano non più autosufficiente, nell’obiettivo di poter conferire cure adeguate a curare malattie croniche ed accrescerne e migliorare i livelli di autonomia, armonia e benessere.
di Angela Gerarda Fasulo