Sembra un evento strano a chi non si interessasse della corsa a Marte da parte dei vari player internazionali vedere tre sonde spaziali prepararsi all’arrivo sul pianeta rosso.
Nel sentire comune se si parla di Marte e di esplorazione spaziale si pensa alla Nasa ed all’interesse del multimiliardario Elon Musk, in realtà ci sono altre nazioni oltre gli Stati Uniti interessate ad una esplorazione del pianeta in ottica di un futuro sfruttamento dello stesso.
Il motivo per cui stiamo assistendo all’arrivo così ravvicinato di tre sonde in orbita del pianeta Marte è che per poter raggiungere il pianeta è necessario lanciare i razzi che portano in orbita le sonde in un determinata finestra temporale.
Questa finestra si è aperta la scorsa estate e permette di raggiungere il pianeta con una traiettoria più favorevole, finestra temporale che si presenta ogni due anni e quindi i diversi progetti si sono trovati a lanciare le proprie sonde nello stesso periodo.
Ha mancato invece la finestra temporale di lancio l’Europa, che aveva in previsione anch’essa il decollo della propria missione ExoMars, ma che causa problemi tecnici e il Covid ha subìto ritardi tali da non permettere il lancio in tempo. La missione fa capo all’Agenzia spaziale europea (Esa) e alla russa Roscosmos. Il lancio della missione è dunque rinviato al 2022 con arrivo nel 2023 su Marte.
La prima missione ad arrivare è stata la missione Hope degli Emirati Arabi Uniti ed è entrata in orbita in modo automatico ed è riuscita a completare la manovra di riduzione della velocità da 121.000 a 18.000 chilometri all’ora, grazie all’accensione per 27 minuti dei suoi motori ed il consumo del 50% della riserva di carburante. La sonda ha raggiunto il pianeta dopo un viaggio durato 205 giorni e 494 milioni di chilometri. Gli Emirati Arabi Uniti sono pertanto diventati il primo paese arabo ad avere una sonda spaziale in orbita attorno a Marte ed il quinto paese al mondo dopo Stati Uniti, Russia, Europa (Esa) ed India.
Scopo della missione sarà quello di monitorare la meteorologia e la climatologia marziana.
Il 10 febbraio invece giunge in orbita la sonda Tianwen-1 di nazionalità cinese e prevede una sonda che rimarrà in orbita e un rover che dovrebbe atterrare nella distesa di Utopia Planitia, nella quale in passato atterrò anche la Vicking 2 della Nasa. A questa missione ne seguiranno altre all’interno di uno stesso progetto, che si pongono come obiettivo quello di cercare tracce di vita passata e presente, oltre che capire meglio la composizione del suolo marziano. Nel progetto cinese è prevista anche una missione nel 2030, che dovrebbe riuscire a riportare sulla Terra campioni di roccia marziana.
Il 18 febbraio invece è il turno della Nasa con la missione Mars 2020. Scopo di questa missione sarà quello di portare sul suolo marziano il rover Perseverance. Gli obiettivi primari della missione consisteranno nello studiare l’abitabilità di Marte, nell’investigare il suo passato e cercare tracce di eventuale vita biologica. È previsto, inoltre, lo stoccaggio di campioni geologici per consentire ad una futura missione di portarli sulla terra al fine di analizzarli.
Interessante e curioso è il fatto che il rover Perseverance, oltre a vari strumenti di analisi, porta con sé il Mars Helicopter Scout o MHS, chiamato col nome Ingenuity, un piccolo elicottero che sarà il primo velivolo più pesante dell’atmosfera a volare su Marte (e su un altro pianeta che non sia la Terra). L’elicottero avrà un peso di 1,8 chilogrammi e per trenta giorni effettuerà dei test di volo della durata di 90 s. L’elicottero non ha strumenti scientifici a bordo ma dispone di due telecamere ad alta risoluzione per la navigazione.
di Massimiliano Merzi