..OVVERO, IL NUOVO ENTE STRUMENTALE.
A dicembre è uscito come al solito Il c.d. Decreto Milleproroghe ma, per la prima volta, al suo interno sono mancate quelle norme che ci hanno accompagnato in questi anni, mantenendo il personale della CRI a sostegno dei servizi da sempre garantiti dall’Ente Pubblico.
Mancando appunto le norme di proroga, dal 1 gennaio 2016 è entrata in essere una nuova fase, quella prevista appunto dal D.Leg.vo 178/201, e questo ente transitorio, che si dirige inesorabile alla liquidazione, vivrà di un barlume della vecchia gloria e dei vecchi finanziamenti statali, con il rimpianto di tanti.
Lo Statuto del nuovo “Ente strumentale alla Croce Rossa Italiana” ancora è in fase di definizione ma ha già un nuovo splendido logo non potendo più utilizzare quello “storico” ad uso esclusivo della nuova associazione. Non sappiamo ancora con precisione cosa la nuova associazione di Croce Rossa Italiana farà. Sinceramente non pensiamo che lo sappiano neanche loro, se non gestire l’esistente fintantoché esista.
E se avevamo dei dubbi sulle risorse economiche, ecco che la prima circolare con indicazioni operative “avvio Ente Strumentale alla Croce Rossa ai sensi del D.Lgs. 178-12 e smi” fornisce indicazioni provvisorie ma precise.
Quello che si sicuramente si sa è che i lavoratori, dipendenti pubblici di CRI, non saranno più, nei numeri e nella posizione, quelli che erano prima. Per queste considerazioni, la strada che da tempo la FIALP CISAL ha individuato come quella prioritaria è stata quella della mobilità del personale di CRI verso le altre Pubbliche Amministrazioni.
Ma anche su questo, il nostro Governo si preoccupa più dei selfie, dei twitter e dei sondaggi piuttosto che della realtà quotidiana che vivono i lavoratori, pubblici o privati che siano.
In questo si colloca quella ammucchiata di norme che è il Decreto Madia sulla mobilità: abbiamo già detto e scritto su come si concretizza giorno dopo giorno una penalizzazione verso i lavoratori CRI a favore di quelli delle cd Aree Vaste. Vedremo se la Finanziaria 2016, nuova di zecca, rimedierà concretamente (non solo nelle intenzioni normative) a queste discrepanze: da parte nostra faremo di tutto per far si che questo processo vada in porto senza lasciare indietro nessuno.
La FIALP CISAL, in ogni caso, visti gli ostacoli quotidiani che si sono sino ad oggi frapposti, si è attivata in tutte le realtà con le quali siamo riusciti ad interloquire, cercando anche soluzioni “territoriali” che potessero bypassare o accelerare il transito di nostri colleghi in altre P.A., incluse le Aziende Sanitarie Locali.
Fino ad oggi, in generale, le ASL hanno risposto sempre negativamente ad istanze singole di lavoratori, ma quando si riesce a creare, condizioni economiche regionali permettendo e volontà politica consentendo, sinergie con gli assessorati regionali alla sanità per l’acquisizione di personale CRI le prospettive cambiano, come per esempio stiamo riuscendo a fare nella Regione Friuli Venezia Giulia, grazie principalmente alla nostra Federazione Regionale.
È un percorso lungo e complicato, che percorriamo ogniqualvolta sia possibile, ma che da oggi dovrebbe essere facilitato dalle nuove norme.
In questo quadro assume particolare rilevanza la definizione della Legge di Stabilità 2016 che ha modificato sostanzialmente percorsi e norme che il Decreto Madia aveva fissato: siamo in attesa che, una volta entrata in vigore la legge, si provveda ad una armonizzazione tra il “vecchio” ed il “nuovo” percorso che si prefigura per i lavoratori di Croce Rossa Italiana.
Questa è stata la motivazione che ci ha fatto richiedere un incontro urgente con la Funzione Pubblica.
Ulteriore segno di una improvvida sottovalutazione del problema del transito ad altra P.A. è quello delle “categorie protette”.
Negli anni ante – 1999, le assunzioni nelle Pubbliche Amministrazioni (ma anche e soprattutto nella CRI) spesso prendevano sostanza e numeri importanti con l’immissione in ruolo di personale appartenente alle cosiddette “categorie protette”. Quella che a suo tempo è stata usata come una agevolazione, oggi si ritorce contro questi lavoratori.
I numeri sono importanti, in Croce Rossa, ma altrettanto sono pieni gli organici di queste particolari categorie nelle altre P.A., per cui, al momento dell’emissione dei bandi (o di segnalazione delle disponibilità sul Portale?) questo personale rischia di essere escluso per l’impossibilità di una collocazione adeguata, nel rispetto delle norme.
Ma queste cose nessuno le sapeva? Quanta approssimazione … quanta presunzione … che buccia di banana … E cosa succederà adesso?
A questo punto, visto che secondo la norma e per tutti gli attori in gioco, questo è un personale “protetto” di difficile collocazione, allora che protetto sia, ma veramente, che possa rimanere in Croce Rossa fin quando sarà possibile, fino all’ultimo giorno.
Nel frattempo chi ne ha la responsabilità provi ad affrontare seriamente la questione che ha evidentemente sottovalutato, garantendo quanto previsto dalla legge per questi lavoratori pubblici.