Il ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, in un’intervista a Tgcom24, ha commentato l’emendamento, all’interno del Decreto Rilancio, per cui il 50% dei dipendenti pubblici che possono svolgere la propria attività da remoto lavoreranno in smart working fino a dicembre: “È una scelta determinata nell’ottica di mantenere quanto fatto durante la pandemia. In quel periodo le condizioni erano molto diverse, perché dovevamo garantire un servizio e dare il segnale di uno Stato che non chiude, ma continua ad erogare servizi, per cui abbiamo messo in lavoro da remoto tutti i dipendenti pubblici che svolgevano quelle attività, che non richiedevano la presenza fisica. Visto che l’esperienza è stata positiva e per evitare di perdere questo tipo di slancio abbiamo lavorato ad un emendamento, che riuscisse ad accompagnare fino a fine anno i dipendenti pubblici a continuare a mantenere questo tipo di attività. Ovviamente solo chi può svolgere le attività da remoto. Con l’idea di arrivare dal 1° gennaio in avanti a responsabilizzare l’amministrazione sul fronte della realizzazione di un vero e proprio piano organizzativo del lavoro agile, in maniera che i singoli dirigenti delle varie amministrazioni predispongano questo piano, facendo attenzione a quali sono le attività che possono essere smartizzate, e portare il 60% dei dipendenti che svolgono quel tipo di attività a provarle a svolgere o da remoto oppure in co-working”. Il ministro della PA ha continuato dicendo: “Il tutto accompagnato da un monitoraggio in maniera che la funzione pubblica possa svolgere la funzione che ha, di assistenza e di accompagnamento alla pubblica amministrazione in questa fase di riorganizzazione”. Su quali saranno le amministrazioni pubbliche che sfrutteranno di più questa modifica, afferma: “Le pubbliche amministrazioni hanno tutte le proprie caratteristiche. Quando parliamo di una pubblica amministrazione parliamo di una realtà come l’Inps oppure di un comune molto piccolo, di un tribunale.”
di Massimiliano Gonzi