Dicono che tu il nuovo brano di Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni

Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni, è un cantautore, pianista, compositore e artista veneto classe 1989. Creativo, poliedrico e dalle molte sfaccettature, coltiva la sua carriera anche nell’arte contemporanea, parallelamente alla musica. Il suo stile è caratterizzato da performance spesso d’impatto e provocatorie, riscontrando in pochi anni contatti e produzioni in molte gallerie e festival italiani ed europei. Tra le sue performance più note, “No Frame Portrait”, riproposta a Milano a luglio 2021. Ha collaborato, negli anni, con numerosi artisti e produttori, aprendo inoltre live per Thegiornalisti, Tiromancino, Vinicio Capossela, Calcutta, Wrongonyou e Lucio Corsi.

Agli inizi di ottobre 2021 è uscito il brano Dicono che tu, composto dopo un lungo viaggio in Francia, che ha fortemente influenzato le sonorità del brano. Riff che richiamano i Phoenix, drumming alla Tame Impala e bassi synth dalle pulsazioni ‘80s figlie di Giorgio Moroder si intrecciano in un pezzo pop raffinato e diretto, in cui i racconti quasi fotografici del cantautore convivono alla perfezione con il desiderio di ballare e scacciare la tristezza. Un mood in bilico fra la malinconia per la fine dell’estate e l’eccitazione per ciò che verrà dopo.

Il brano vuole essere un manifesto di libertà per affermare l’importanza di essere sempre sé stessi, nonostante tutto. Un brano elegante, da danzare con leggera malinconia, per rivendicare con orgoglio il diritto a essere weird e a esserlo fino in fondo, anche quando fa più male.

Cover Dicono che tu per gentile concessione Ufficio stampa GDG Press

“È un periodo che sono in fissa con la musica francese, la trovo estremamente maliziosa e ironica” – ha detto Dodicianni- “Dicono che tu” è un pezzo che parla di quanto possa pesare subire il continuo giudizio delle persone, anzi no, parla di come fottersene. È quasi infantile, ma strafottente e cupa”.

Perfettamente rappresentativa del brano è la cover del singolo. Dodicianni si staglia su un dancefloor che richiama Saturday Night Fever, ma indossa una giacca coperta da frammenti di specchio che vuole porsi in contrasto con l’attitude leggera suggerita dall’ambientazione: una frattura nella quotidianità tramite cui passa una luce in grado di riflettere errori e giudizi altrui, simbolo di quell’eterna rincorsa a chi è più puro e perfetto, senza che però venga mai raggiunto un vero traguardo. Un simbolo di rottura di quegli schemi preconfezionati e prestabiliti che spesso soffocano la nostra anima, la nostra essenza.

Dicono che tu segna il passaggio verso una nuova fase della carriera di Dodicianni. Nonostante sia passato pochissimo tempo dall’uscita dell’ EP “Lettere dalla lunga notte”, per l’artista è già il momento di voltare pagina, lasciandosi alle spalle il passato e avviandosi verso una nuova fase creativa, un’evoluzione artistica che, forte di nuove importanti collaborazioni, punta a esplorare nuovi mondi tematici e sonori, costruendo un immaginario sfaccettato e personale, internazionale e impattante.

Nel 2021 è uscito anche il suo EP “Lettere dalla lunga notte” (distribuzione Believe), anticipato dai singoli “Discoteche” e “Mio padre scrive per il giornale”. Il lavoro, frutto di un concept ben preciso, è stato registrato interamente in presa diretta, per un sound caldo e dalle sfumature notturne.

di Eleonora Marino