Un incomprensibile pesante attacco al personale di Croce Rossa Italiana.
Non sapremmo come altro descrivere l’improvvido Decreto sulla Mobilità del Ministro Madia. Al percorso pensato per i dipendenti in esubero delle provincie, si sono poi aggiunti (segno di una qualche considerazione dopo il disgraziato D.L. 178/2012) i dipendenti di ruolo della CRI. Ma seppure ben coscienti delle peculiarità dei profili presenti in questo Ente, ad oggi non si è riuscito neanche ad ipotizzare un percorso più adeguato a questa differente realtà. Più volte, negli ultimo incontri in F.P. abbiamo chiesto chiarezza sul destino lavorativo e professionale dei colleghi di Croce Rossa Italiana, e questa è stata la risposta: un guazzabuglio contraddittorio, discriminante e penalizzante nei confronti dei colleghi di CRI.
A differenza dei colleghi esuberanti delle Provincie, i lavoratori di CRI sono esclusi dalla mobilità verso le Regioni e la Sanità Regionale, potendo solo indirizzarsi verso gli Enti EPnE e le Amministrazioni Centrali dello Stato (Ministeri).
Oltre ad essere una incomprensibile discriminazione, forse è sfuggito che il maggior numero degli esuberi “in fase di dichiarazione” da parte dell’Ente CRI sono proprio quelle figure che hanno una maggiore affinità gestionale e funzionale con la sanità pubblica?
Non vogliamo neanche parlare sull’opportunità che le loro preziose competenze e la loro professionalità ultradecennale potrebbero essere meglio valorizzate.
Medici, infermieri ed autisti soccorritori, fino ad oggi impiegati proficuamente nelle funzioni storiche ad oggi svolte in sussidiarietà dalla CRI con la sanità regionale, esclusi a priori! Caspita che occhio ! Sembra fatto apposta !
Un’altra chicca: se fino ad oggi i dipendenti CRI hanno potuto usufruire di una opportunità di mobilità presso il Ministero di Grazia e Giustizia, oggi nel de_cretino di cui si parla si esclude la possibilità di partecipazione da parte del personale CRI al prossimo bando. Qualcuno normale saprebbe spiegarci perché per una stessa destinazione, prima si possono prendere in considerazione i lavoratori di CRI e poi, stessi uffici, stessi percorsi, ad altri lavoratori dello stesso Ente questo viene impedito?
Scusate, ma a queste altezze di ingegneria gestionale proprio non arriviamo.
Molte cose ci sarebbero da dire sul contorto e quasi incomprensibile percorso (un Fondino nel Fondo di destinazione?) ipotizzato per la quota parte del salario accessorio del personale mobilitato: di sicuro esiste una penalizzazione rispetto alla posizione di partenza, con un risparmio del “sistema” che viene posto a carico dei lavoratori !
E non possiamo neanche tacere che ad oggi, in assenza di un percorso serio a tutela del posto di lavoro di tutto il personale CRI, elenchi nominativi non sono stati fatti.
Elenchi che non potevano e non dovevano essere fatti fin quando l’Amministrazione di Croce Rossa Italiana non avesse in qualche modo almeno condiviso criteri e progetti con i lavoratori e con i loro rappresentanti, dando ragione del percorso fatto e di quello da fare.
Ed oggi, improvvisamente, la stessa Amministrazione di CRI viene coinvolta in una accelerazione per la quale non è pronta: entro il 31 ottobre p.v. la CRI dovrà fornire alla Dis_Funzione Pubblica elenco nominativo degli lavoratori in esubero.
Grazie Ministro della sagacia e della lungimiranza!
Proprio quell’amministrazione di CRI universalmente nota per l’idilliaco rapporto con i suoi lavoratori capace di generare un contenzioso che non ha eguali nella P.A.!
A questo punto non riusciamo a scorgere la reale volontà del nostro Governo e dei suoi ministranti che si mostra capace di discriminare all’interno dello stesso de_cretino tra tipologie diverse di lavoratori in esubero e poi tra diversi lavoratori della stessa tipologia.
Chiediamo al Ministro se si ha realmente intenzione di tutelare i lavoratori pubblici di Croce Rossa per la salvaguardia del posto di lavoro.
Chiediamo al Ministro se si vogliono tutelare i lavoratori CRI almeno come quelli delle Provincie.
Non possiamo dimenticare che quando anni fa si sciolsero le Ferrovie dello Stato, in INPS transitarono macchinisti, ferrovieri e capostazioni con cappello e fischietto annessi.
Dobbiamo a questo punto solo aspettarci che i nostri illuminati responsabili di Governo abbiano previsto (e predisposto) che con gli sviluppi ipotizzati in INPS per le funzioni di accertamento e verifica sulle Invalidità Civili e sulla certificazioni di malattia, oppure sulla prevenzione e cura degli infortuni lavorativi in INAIL, un personale professionale così qualificato possa essere proficuamente utilizzato. Possiamo aspettarci tanto buon senso?
Questo Decreto, per quanto riguarda il personale della CRI, è evidentemente figlio di quel D. L. 178/2012 che non cessa mai di produrre effetti pesantissimi (danni collaterali?) sul personale pubblico di Croce Rossa Italiana.
Se ancora non è chiaro fino in fondo chi abbia guadagnato dal processo di privatizzazione della CRI, è evidente invece chi sicuramente ci perde: la popolazione italiana orfana di preziose professionalità ignorate ed i lavoratori che vedono messi seriamente a rischio il loro posto di lavoro e la loro retribuzione.
Per tutto questo, abbiamo chiesto all’onorevole Dr.ssa Maria Anna MADIA, Ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione, di modificare il Decreto, a tutela del personale di Croce Rossa Italiana.
E come sempre, assisteremo i lavoratori in tutte le sedi, utilizzando tutte le strategie politiche percorribili e le opportunità previste dagli ordinamenti vigenti.
F.to Paolo Calì – Segretario Nazionale FIALP CISAL