Ecovisioni è tornata a Roma, venerdì 7 luglio, al Salotto de” Lungo il Tevere Roma” per una nuova presentazione del libro di Marco Gisotti dedicato all’ecologia al cinema, dai Lumière alla Marvel. Con Marco Gisotti ci sono stati anche lo scienziato del CNR Valerio Rossi Albertini e Antonio Cianciullo, storica firma di “La Repubblica” e “HuffPost Italia”.
Marco Gisotti, giornalista professionista e divulgatore, è docente all’Università di Tor Vergata nel corso di Teorie e linguaggi della comunicazione scientifica. Dal 2012 è direttore artistico e creatore del Green Drop Award, premio ambientale assegnato nell’ambito della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Pubblicato da Edizioni Ambiente, Ecovisioni rappresenta il primo saggio in Italia a raccontare la storia del cinema attraverso le tematiche dell’ambiente e del clima.
Si tratta di un volume che passa in rassegna 150 opere – 100 nel dettaglio e altre 50 più succintamente a uso e consumo di possibili usi didattici – in un excursus cronologico che parte da quello che Bertrand Tavernier definì “il primo film ecologista mai realizzato”, ovverosia Baku, prodotto dai fratelli Lumière nel 1987, per spaziare da Buster Keaton a Metropolis, da Bambi a 2022: i sopravvissuti, dal primo Avatar al più recente Siccità, includendo i grandi film e i registi più significativi che dalla nascita del cinema ad oggi hanno saputo descrivere o evocare con il proprio stile la crisi ecologica e le sue possibili (o impossibili) soluzioni. Pellicole che hanno rivelato pezzi di storia del nostro Paese anche indirettamente, come la vera tragedia del Polesine ne Il ritorno di Don Camillo, ma anche argomenti di specifica attualità, come gli speculatori sull’ambiente nemici di James Bond in “007 Quantum of Solace” o i film della Marvel nei quali la metafora dell’11 settembre è sostituita dalla preoccupazione per il futuro delle risorse e degli ecosistemi.
Il libro rivolge l’attenzione anche agli impatti ambientali della filiera cinema, dalle produzioni fino all’efficientamento energetico delle sale e ai grandi Festival, tematica particolarmente sensibile a Claudia Cardinale che ha curato la prefazione del libro, come lei stessa afferma: “Nella mia vita ho girato più di 180 film. Sono convinta che ciò che facciamo e diciamo noi artiste e artisti del cinema possa avere un peso importante nello spiegare questi problemi alle persone, per convincerle ad agire. A volte bastano poche azioni, spesso anche una sola, per ottenere grandi risultati. Il cinema non solo fa bene all’anima ma può fare bene anche all’ambiente”.
“Cinema ed ecologia sono ‘invenzioni’ dell’Ottocento – scrive Gisotti – Se la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière risale al 1895, quasi trent’anni prima, nel 1866, il biologo tedesco Ernst Haeckel, avevo inventato la parola ‘ecologia’. Un secolo dopo l’Europa si è data come obiettivo il 2050 per uscire dalla crisi climatica. Anzi, si è data quell’orizzonte per diventare climaticamente neutra, altro che uscirne! Per arrivare al 2050 avremo bisogno di un cinema dell’ottimismo della ragione, ma che non nasconda la CO2 sotto il tappeto, che sfidi l’ignoranza scientifica ma senza diventare tecnocratico, che abbia la forza della denuncia senza far voltare altrove il suo pubblico, che proponga un nuovo patto fra uomo e natura. Soprattutto di un cinema che non abbia bisogno di diventare dottrina, propaganda o manifesto, ma che faccia quello che ha sempre fatto: intrattenere il suo pubblico. E, intrattenendolo, lasciare che si rispecchi nelle sue ecovisioni”.
di Eleonora Marino