Esiste la bellezza suprema? Santorini

Santorini Caldera. Foro da Greekreporter

I nostri giorni sono fatti di parole e narrazioni che sempre più spesso ci separano dall’esperienza diretta.

Leggiamo o più spesso ascoltiamo le “fantastiche esperienze” o l’”acuto pensiero” di intellettuali, scrittori, viaggiatori e veniamo assediati da parole rutilanti, che vogliono continuamente superare se stesse finendo per scadere nell’effimero.

Rischiamo così di convincerci che, tutto sommato, l’inflazione di espressioni e termini straordinari celi una realtà molto meno straordinaria, che quasi non vale la pena di andare a conoscere direttamente.

Esiste al mondo, per fortuna, una serie infinita di luoghi ed esperienze in grado di smantellare istantaneamente tale ipnosi del pensiero.

Santorini. Foto da Grecia.info

Ed eccoci dunque a Santorini, dove la bellezza suprema esiste davvero

Dorme oggi sotto il mare delle isole Cicladi un vulcano che fu in grado di provocare, circa 3.600 anni fa, una delle più grandi catastrofi naturali a noi note.

Thera era il suo nome e così si chiamava anche l’isola su cui sorgeva prima di esplodere.

L’apocalittica eruzione, avvenuta intorno al 1627 a.C. , diede all’isola la forma attuale, quando il mare la invase quasi del tutto, creando la famosa Caldera di Santorini.

Infatti, l’esplosione svuotò il bacino magmatico che era sotto l’isola.

Di conseguenza il vulcano collassò precipitando nell’abisso incandescente.

Secondo gli studiosi un getto di materiali e gas surriscaldati si slanciò verso il cielo a una velocità di 2000 km/h.

I boati dovettero risuonare a distanze inimmaginabili.

L’evento provocò subito una pioggia di pomici e ceneri, poi seguirono massi più grossi e infine la caratteristica polvere vulcanica rosa, tipica dell’isola.

Le ceneri generarono nell’aria una vastissima coltre nebbiosa e un buio fitto per molto tempo, probabilmente influendo persino sul clima, a enorme distanza dal cataclisma.

Intanto, immense ondate si sollevarono fino a 60 metri dando origine a uno tsunami che arrivò a percuotere con violenza la costa settentrionale dell’isola di Creta  portando distruzione ovunque nella zona.

Le conseguenze di questo terribile evento furono devastanti per la splendida civiltà minoica, probabilmente già pronta a un fisiologico declino, che fu accelerato dalla tragedia.

Santorini. Foto da Viator

E dopo?

Per secoli l’isola rimase disabitata, per poi tornare gradualmente a essere ripopolata.

Al tempo della dominazione veneziana sulle Cicladi, fin dagli inizi del tredicesimo secolo, il nome dell’isola diventò Santorino, in onore di Sant’Irene, che divenne Sant’Erini e poi Santorini.

Sant’Irene, patrona dell’isola, aveva subito qui il martirio nel 304.

Procedendo nei secoli, Santorini fu a lungo oggetto di contese tra Ottomani e Veneziani, poi tra Russi e Ottomani, fino al 1821, con l’inizio dei moti di indipendenza greca.

Riscoperta di Thera

Finalmente, nel 1967 gli archeologi riportarono alla luce nella località di Akrotiri un’antichissima città, incredibilmente ben conservata in quanto sigillata dalla lava.

Più antica di circa 17 secoli rispetto a Pompei, tornava così alla luce la splendida vita di una civiltà cancellata, ricoperta da antiche ceneri.

Dunque, una scoperta tra le più importanti della storia, con case, quartieri, condutture idriche, scale, splendidi affreschi che ci mostrano scene e figure maschili e femminili molto colorate, raffinate, tra forme, riti, cerimonie, abiti, gioielli tipici dell’antica civiltà minoica.

A differenza di Pompei, qui non emergono resti umani, né oggetti preziosi: la gente si dovette allontanare impaurita dai segnali che annunciavano l’imminente eruzione.

E’ comunque improbabile, purtroppo, che questa sfortunata popolazione si sia potuta mettere in salvo, data l’immensa distanza raggiunta dal soffio dei vapori piroclastici e dalle gigantesche onde provocate dallo tsumani.

Affresco da Akrotiri. Foto da Anticae viae

La bellezza suprema

Oggi, camminando ed esplorando l’isola, oppure restando immobili davanti a emozionanti strapiombi sul mare, ci ritroviamo immersi nella suprema bellezza, che cancella ogni tragedia e tutto pervade con i suoi colori accesi, netti, allegri e impietosi.

La bellezza suprema ha qui la sua dimora, nell’azzurro mare divino e nel ciglio trasparente di una dea madre dall’amore indecifrabile.

di Maria Cristina Zitelli