Dopo l’avanspettacolo postmoderno di Roberto Castello, il “museo umano” di Balletto Civile e i “simulacri nel bosco” di Marcos Morau, presentati al pubblico negli spazi non convenzionali della borgata del Quarticciolo, la VI edizione di Fuori Programma – il festival internazionale di danza contemporanea della Capitale diretto da Valentina Marini – si è spostato al Teatro India che, dal 12 al 15 luglio, ha ospitato l’atteso ritorno a Roma di Aterballetto e i nuovi protagonisti della scena coreutica internazionale con 2 prime assolute e una prima nazionale.
Ad aprire la programmazione di questa seconda parte del festival, il 12 luglio, è stato Corpi/Bodies, il progetto ideato da Diego Tortelli e Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, appositamente riallestito per il festival, dopo quattro anni di assenza da Roma. Introdotto da un racconto dello stesso Tortelli che svela al pubblico le dinamiche del processo creativo, Corpi/Bodies è un programma di quattro pezzi firmati dal coreografo: Maudit Reloaded che riflette sull’abbandono alla follia del corpo e Another Story che ripercorre la storia del gesto più temuto in questo periodo, l’abbraccio, entrambe su musiche degli Spiritualized. Poi è stata la volta di Preludio, creazione per cinque interpreti costruita attorno ad alcuni dei più intensi poemi e brani di Nick Cave e preghiera profana per celebrare il corpo; e, infine, Sonata in trio.
Nella serata del 12 luglio, inoltre, il festival ha celebrato con una video installazione il ricordo del coreografo e regista brasiliano recentemente scomparso Ismael Ivo.
Il giorno seguente, 13 luglio, Fuori Programma Festival ha presentato, in collaborazione con Civitanova Danza, Flow, la recente creazione di Compagnia Linga, premiata nel 2019 con il Current Dance Works Award/Swiss Dance Awards. Ispirandosi alle sorprendenti performance create dai movimenti di gruppo degli animali, come i branchi di pesci, gli stormi di uccelli o sciami di insetti – formazioni flessibili e fluide, capaci di modificare immediatamente la loro velocità e la loro direzione senza perdere la coerenza dello spazio – Flow sembra suggerire non soltanto nuove dinamiche coreografiche basate sulla coscienza collettiva dei movimenti ma quasi l’idea che possa essere la Natura stessa a suggerirci nuove modalità di relazione umana. La musica dal vivo eseguita dall’inedito duo franco-coreano Keda ha reso ancora più preziosa questa coreografia firmata da Marco Cantalupo & Katarzyna Gdaniec.
Il 14 luglio l’Arena Teatro India ha ospitato un’altra attesissima Prima Assoluta in programma al Festival: Evolve, creazione che indaga le relazioni fra Danza e Scienza, firmata dal giovane coreografo israeliano Shahar Binyamini, per sette anni componente della celeberrima Batsheva Dance Company. Presentato in collaborazione con Bolzano Danza e ideato durante una residenza Weizmann Institute of Science, Evolve affronta il concetto di crescita, sia dal punto di vista scientifico che da quello dell’espressione fisica nella danza. I performer utilizzano lo sforzo fisico come strumento di sviluppo, i loro muscoli sperimentano una lotta costante attraverso la quale cercano di capirsi. È la loro lotta per l’armonia che li motiva a muoversi e interagire in un mondo caotico.
Doppio appuntamento il 15 luglio, sempre all’Arena Teatro India per una chiusura in grande stile di Fuori Programma 2021. Si è iniziato con la Prima Nazionale di Exceptions Occur, creazione di un altro artista proveniente dalla Batsheva Dance Company, Tom Weinberger, in collaborazione con l’olandese Milena Twiehaus. “… Un emozionante gioco di attrazione e repulsione, che ricorda la fragilità e goffaggine di due giovani uccelli che non hanno ancora compreso appieno la danza dell’accoppiamento”, così ha definito lo spettacolo il quotidiano olandese De Volkskrant. Subito dopo, ancora una Prima Assoluta, Everything that’s left della coreografa e danzatrice tedesca Sita Ostheimer, uno spettacolo che rappresenta simbolicamente una perfetta chiusura di questa sesta edizione di Fuori Programma. Creato in un tempo in cui il contatto fisico e la connessione umana sono ridotti al minimo, in cui tutti noi dobbiamo trattenere i nostri corpi e i loro istinti di fronte ad altri corpi, questo duetto cerca di decifrare modalità per riavviare il processo di ritrovare l’altro così come se stessi. La danzatrice si interroga ancora una volta su ciò che gli esseri umani possono essere per altri esseri umani. “Questo è per te. Per te, che stai cercando un nuovo inizio. Per te, che non senti niente e senti troppo allo stesso tempo. Per te, il cui corpo riconosco da lontano e che mi è estraneo quando sono vicino. Per te, che non sei l’unico a percepire, sentire, muovere ed essere mosso, che desideri essere toccato. Io sono qui. Vieni con me. Lasciaci soli.”
di Eleonora Marino