Vita di una associazione sportiva
Oggi vogliamo occuparci di associazioni sportive e sport minori, spesso definiti ‘’Alternativi’’ delle loro difficoltà e delle loro speranze, queste attività vengono associate generalmente a persone e ambienti ‘’facoltosi’’, a famiglie che possono permettersi di spendere grandi cifre per lo svolgimento di questi sport ma, non è sempre così.
Per capire di più sullo sport e sulla vita associativa siamo stati ospiti, per un pomeriggio, di un’associazione sportiva dilettantistica ( AstarTeam) che si occupa di Hockey In-Line, sport di nicchia specialmente nel centro sud Italia, fratello minore dell’hockey su ghiaccio con il quale presenta molti caratteri in comune come ad esempio l’80% dell’abbigliamento, le attrezzatura, le regole e le tattiche di gioco.
Come concordato, ci rechiamo al campo circa due ore prima dell’inizio della lezione, per parlare con i ragazzi del consiglio direttivo dell’associazione e capire di più sul funzionamento e la gestione di questo sport. Arrivati al campo di allenamento, sito presso L’oratorio di una chiesa di Roma in zona San Pietro, ci accorgiamo subito che si tratta di un impianto ‘’popolare’’, niente a che vedere con i fantastici stadi dell’NHL ( National Hockey League ) del campionato U.S.A.
Entrati nella struttura conosciamo personalmente i ragazzi e gli allenatori che gestiscono l’associazione, dopo i saluti iniziali ci mostrano il campo e iniziano a spiegarci il sistema di gioco e gli allenamenti, poi parliamo dei progetti dell’associazione, essa si compone di una squadra di bambini tra le più grandi nel panorama del centro sud Italia, vantano infatti più di venti giocatori che, per uno sport considerato minore non è affatto un piccolo numero, l’età varia dai 6 ai 14 anni con un’eccezione per una bimba che ha iniziato a pattinare e giocare a hockey all’età di due anni e mezzo; chiediamo informazioni sui costi, modalità di iscrizione, gare, eventi e quant’altro, ci vengono dichiarati costi ‘’molto popolari’’ e viene anche precisato che per le famiglie che si trovano in vera in difficoltà economica c’è la possibilità di far seguire ai propri figli il corso in modalità gratuita. Per quanto riguarda le gare, purtroppo per il problema COVID-19 ora è tutto fermo, gli allenamenti invece continuano, come previsto dalla legge, in maniera distanziata e mirati per ogni ragazzo.
La parte burocratica e di segreteria dell’associazione viene svolta dai ragazzi stessi e da qui capiamo che si tratta di un’associazione vecchio stile e non di un grande centro che può permettersi segreteria, contabili e staff.
Per lo sport in sé, le attrezzature quali protezioni, bastoni e dischetti vengono fornite direttamente dall’associazione. Informandoci sul costo delle varie attrezzature capiamo che le spese sono molto elevate, quindi ci sorge spontaneo chiedere se la squadra venga supportata da qualche sponsor, ci viene risposto di no e che tutto quello che vediamo come attrezzature, affitto del campo, spese di gestione e allenatore vengono pagate con le entrate delle quote associative versate dai genitori e facendo qualche rapido calcolo capiamo che quasi l’intero ammontare dell’entrate viene speso per la sopravvivenza della squadra e che questo tipo di associazioni sportive propongono corsi spinti dalla vera passione ed amore per lo sport. Chiediamo loro se hanno partecipato a qualche bando o ottenuto fondi e sovvenzioni, ci rispondono che spesso i requisiti per usufruire dei fondi eventualmente assegnati tagliano fuori le associazioni più “povere”, perché il denaro spesso viene erogato al termine della realizzazione del progetto stesso e quindi l’associazione dovrebbe essere in grado di anticipare tutti i costi della realizzazione.
Gli eventi sono una nota dolente perché, in tutta Italia e specialmente nel centro sud, sono pochi ma, ci viene spiegato che la collaborazione della squadra con un importante ente di promozione sportiva italiano ha fatto in modo di lanciare una serie di piccoli eventi dedicati a questo sport. In merito ci mostrano foto, video e articoli, quindi non stiamo parlando di una semplice associazione praticante ma, questi ragazzi si dedicano a l’hockey a 360’ gradi.
Inizia la lezione, ci facciamo da parte e ci mettiamo ad osservare: sono le ore 17 l’allenatore e i ragazzi hanno già pulito il campo dai piccoli detriti che potrebbero limitare il pattinaggio, hanno montato le porte e preparato i bastoni, dischetti e coni per l’allenamento, arrivano i primi ragazzi, dopo le classiche procedure per il Covid-19, temperatura e sanificazione mani si cambiano con grande foga e voglia di cominciare. In men che non si dica ci troviamo davanti ad una trasformazione simile a quella dei robot dei cartoni animati giapponesi, una schiera di ragazzi tutti corrazzati con bastoni da gioco con caschi integrali con griglia. Notiamo subito lo spirito di squadra, si inizia con un lungo riscaldamento viste le temperature invernali, notiamo subito un’omogeneità di genere, il gruppo è misto. Esattamente a metà ci sono tanti maschi quanto femmine e la cosa ci stupisce perché, nel nostro immaginario, siamo abituati a vedere l’hockey come uno sport duro e prettamente maschile. La lezione continua con allenamenti mirati per ogni ragazzo, vediamo alcuni fare esercizi atletici, altri allenarsi in slalom ad alta velocità tra i coni, altri ancora allenarsi ai tiri con forza e rapidità eccezionale, ai nostri occhi il contesto del campo “l’oratorio” scompare. Abbiamo l’impressione di essere stati catapultati in una di quelle realtà professionistiche americane, siamo molto emozionati nel vedere tutto ciò, facciamo più foto possibili per documentare il tutto, non riusciamo però ancora a credere che in luoghi così inaspettati possano esistere realtà cosi particolari ed emozionati, a Roma come in altre città italiane.
L’allenamento si conclude dopo circa 2 ore, i ragazzi sembrano essere stanchissimi e affaticati ma tutti con il sorriso e appagati dall’allenamento, sono le 19 di sera e tutti si sbrigano a cambiarsi per tornare a casa a cenare e in molti casi finire i compiti, noi rimaniamo con i ragazzi dell’associazione, che si accingono a smontare il campo, nel mentre continuiamo a fare loro domande sui progetti futuri, ci viene risposto che non appena finita l’emergenza e sconfitto il Virus l’associazione ha in programma la partecipazione al campionato italiano, e vuole portare avanti eventi non competitivi mirati alla divulgazione dello sport. Precisano, inoltre, che l’hockey è uno sport molto competitivo, che ha bisogno di alte prestazioni, ma che l’idea dell’associazione, è quella di creare un grande settore per la divulgazione sportiva, che preveda eventi e allenamenti mirati solamente al divertimento e non concentrati sulla competizione come spesso succede con sport di questo tipo.
Abbiamo passato una giornata intera con questi ragazzi e ci sentiamo sfatare il mito che descrive le associazioni sportive come “aziende mascherate”, spesso come in questo caso, le entrate bastano a malapena a pagare tutte le spese. Ci salta all’occhio l’importanza sociale che questo tipo di associazioni hanno. Dietro questi corsi ed eventi c’è passione, amore e dedizione, abbiamo visto la gioia negli occhi dei ragazzi che partecipano a questa attività, lo spirito di squadra, l’amicizia che li lega. Tutto ciò ci porta a sperare che questa attività sportiva continui a lungo, magari ampliandosi.
Auguri Ragazzi!
di Gabriele Michelangelo Baldoni