Gustavo Francisco Petro Urrego (Ciénaga de Oro, 19 aprile 1960) economista e politico colombiano, naturalizzato italiano, è il primo presidente di sinistra nella storia della Colombia, ha prestato giuramento il 7 agosto 2022 davanti a centinaia di migliaia di persone a Bogotá, chiedendo ai gruppi armati di firmare la pace e porre fine alla “guerra contro la droga” .
Il leader del partito Colombia Humana, facente parte della coalizione Pacto Histórico, è un ex guerrigliero di 62 anni dell’ M-19, che però non ha mai partecipato alla lotta armata, operando come attivista, e.succede all’impopolare Ivan Duque (2018-2022) per un mandato di quattro anni che inizia con il sostegno di una maggioranza di sinistra al Congresso.
La Colombia, a lungo governata da un’élite conservatrice, si trova quindi su una traiettoria comune ad altri paesi dell’America Latina che stanno vivendo una svolta a sinistra. Tra i punti chiave del suo programma figurano una riforma agraria per ripristinare la produttività di 15 milioni di ettari di terreno e porre fine al “narco-latifondismo”, l’interruzione di tutte le nuove esplorazioni petrolifere per liberare il Paese dalla dipendenza dalle industrie estrattive e dai combustibili fossili, infrastrutture per l’accesso all’acqua e lo sviluppo della rete ferroviaria, investimenti nell’istruzione pubblica e nella ricerca, riforma fiscale e riforma del sistema sanitario, in gran parte privatizzato.
In particolare, Petro ha offerto ai gruppi armati operanti in Colombia “vantaggi legali” di una legislazione premiale nel caso in cui firmino la pace: “Chiediamo (…) a tutti i gruppi armati di relegare le armi nelle nebulose del passato. Accettare i vantaggi legali in cambio della pace e in cambio della fine definitiva della violenza”, ha dichiarato.
Sebbene l’accordo di pace con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC, marxisti) nel 2016 abbia ridotto la violenza, la Colombia non ha ancora estinto l’ultimo conflitto armato interno del continente americano.
Oltre all’ELN (Ejército de Liberación Nacional), potenti bande di narcotrafficanti come il Clan del Golfo, guidato dal barone “Otoniel”, estradato quest’anno negli Stati Uniti, impongono la loro legge in diverse regioni del Paese.
E i dissidenti delle FARC stanno continuando a sfidare lo Stato con risorse provenienti dall’estrazione illegale e, soprattutto, dal traffico di droga. Su tale punto, Petro propone di ripensare al fallimento della politica di eradicazione delle colture, in collaborazione con gli Stati Uniti, il principale consumatore di questo derivato della foglia di coca.
Petro ritiene anche che sia “tempo di avere una nuova convenzione internazionale che accetti che la guerra alla droga è fallita” e di preferire una “forte politica di prevenzione del consumo” nei paesi sviluppati.
Secondo lui, in quarant’anni di lotta alla droga, “un milione di latinoamericani” sono stati assassinati mentre 70.000 nordamericani soccombono “ogni anno per overdose”. La Colombia è il primo produttore di cocaina al mondo, con gli Stati Uniti come il primo cliente. “La guerra alla droga ha rafforzato le mafie e indebolito gli Stati”, ha osservato il neopresidente.
Petro, che ha lasciato la ribellione armata tre decenni fa, ha prestato giuramento in piazza Bolivar a Bogotá di fronte a una grande delegazione di ospiti internazionali e a un’enorme folla. Anche il presidente venezuelano Nicolas Maduro si è congratulato con lui in un video.
di Carlo Marino