A partire dal 24 ottobre ha aperto i battenti al Palazzo Zabarella di Padova un’importante mostra sui Macchiaioli, curata da Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, che si concluderà il 18 aprile 2021.
Con oltre cento capolavori, questa mostra-evento vuole riaprire un capitolo importante della storia artistica italiana, ritornando su questi artisti dell’800, amati e popolari, per disvelarne i molti segreti. L’approccio ai Macchiaioli è animato dalla volontà di servirsi di punti di vista inediti e, mediante una ricerca scientifica rigorosa, di utilizzare fonti spesso trascurate. Si fa riferimento così alla fitta rete di collezionisti e mecenati, che si mosse intorno a maestri come Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, nonché ad altri meno noti, come Adriano Cecioni, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani e Vincenzo Cabianca.
Ben prima dell’impressionismo francese, i Macchiaioli, che furono attivi soprattutto in Toscana, nella seconda metà dell’800, abbandonarono i temi mitologici e celebrativi per abbandonarsi alla realtà palpitante della vita. La teoria della macchia, cioè dell’idea che la visione delle forme è creata dalla luce, come macchie di colore, distinte, accostate o sovrapposte ad altre macchie di colore, precede cronologicamente le enunciazioni teoriche dei francesi. La ricerca di questi artisti, che solevano riunirsi al Cafè Michelangelo di Firenze, riguarda la realtà, il vero, volgendosi tanto a soggetti storici, quanto a paesaggi, al ritratto, alla scena di genere.
Il mondo rappresentato dai Macchiaioli è fatto di luce, sole, nuvole, balconi fioriti, bucato steso ad asciugare, giovani donne assorte nella contemplazione del paesaggio. Questi artisti colgono le emozioni ed i valori dell’uomo in ogni singolo momento della vita quotidiana. Possiamo così vedere, nell’itinerario proposto dalla mostra, le pescivendole di Signorini, il merciaio di La Spezia di Signorini, l’erbaiola di Fattori, le signore al sole di Capabianca, la gente al mercato di via Fuoco, le madri e i loro bambini colti nel sonno.
La cultura ancora una volta si propone come grande occasione per risorgere e rilanciare la ripresa anche morale delle nostre città.
di Eleonora Marino