Buttati al vento in un pomeriggio tutti i risultati positivi incassati dal Mose nei mesi di ottobre e novembre.
L’8 dicembre a seguito di varie concause non si è sollevata la barriera del Mose e Venezia è nuovamente sprofondata sott’acqua. Ogni volta che questo accade i monumenti ed in particolare la basilica subiscono notevoli danni causati dall’acqua salata che penetra nei muri e deposita i Sali, che accumulandosi danneggiano le opere artistiche della città.
A Venezia era prevista una marea di 125 centimetri che non avrebbe impensierito la città, ma un’evoluzione peggiorativa delle condizioni meteo (dovute al vento di scirocco dalla Croazia e dalle piene dei fiumi Tagliamento e Piave) ha fatto sì che la marea raggiungesse i 138 centimetri (13 centimetri in più del previsto) e purtroppo a questa quota Venezia finisce sott’acqua.
Si deve comunque considerare che l’opera sta operando ancora in una fase sperimentale ed infatti ad ammetterlo in varie interviste è anche Cinzia Zincone (responsabile del Provveditorato alle opere pubbliche del Nordest – l’ex ufficio del magistrato alle acque).
Il Mose ad oggi è ancora in una fase sperimentale e le paratie vengono alzate quando c’è una previsione di 130 centimetri, in questi casi l’allerta viene data 48 ore prima per permettere di emettere le ordinanze per la navigazione e per poter convocare le squadre operative, dunque alzare le barriere del Mose non è un‘operazione semplice ma è piuttosto complessa e richiede del tempo.
Ma tutto questo ha un costo? La risposta è sì ed il costo è molto elevato in questa fase sperimentale. Dalle stime prodotte di recente dal Consorzio Venezia Nuova come “costi a singola movimentazione per barriera ed Arsenale” si calcolano 248 mila euro per 2 ore di chiusura, 323 mila euro per 12 ore, nelle voci considerate rientrano il personale impiegato, il costo dell’energia elettrica, le squadre di specialisti, gli ingegneri, le squadre di sommozzatori ed altre voci.
E’ presumibile che alla fine del periodo sperimentale i costi si ridurranno (non sono state date stime ad oggi), ma il Mose rimarrà un’opera con costi di funzionamento e di manutenzione elevati anche a regime e ugualmente l’unica opera ad oggi che possa salvare Venezia dall’acqua alta.
di Massimiliano Merzi