Siamo a Palazzo Caffarelli, sul Campidoglio: qui è visibile la ricostruzione del Colosso di Costantino in scala reale, realizzata dalla Factum Foundation for Digital Technology in Preservation, che si occupa di ricostruzione digitale di opere d’arte, per motivazioni di ricerca, di valorizzazione e di tutela.
Un lungo lavoro per efficaci soluzioni tecniche
Il risultato, davvero impressionante, viene da un lungo lavoro di preparazione, studi, comparazioni e soluzioni tecniche.
Mole gigantesca
Partiamo dalla mole della gigantesca statua originale in marmo e bronzo dorato dell’imperatore Costantino, che doveva essere alta più di 12 metri.
Dopo mille anni, alla fine del Quattrocento, del colosso non rimanevano che pochi pezzi, tra cui l’enorme e famosissima testa, esposta con la gigantesca mano e altri frammenti presso il Palazzo dei Conservatori, ai Musei Capitolini.
Frammenti colossali
I frammenti, davvero colossali, sono la testa senza barba, dalla fronte bassa e il naso aquilino, con i tratti decisi; il braccio destro, il polso, la mano destra, il ginocchio destro, lo stinco destro ed entrambi i piedi.
I pezzi marmorei furono trovati nel 1486, sotto il pontificato di Innocenzo VIII, nell’abside occidentale della Basilica di Massenzio, dove la statua era originariamente collocata.
Modellazione in 3D
Tali frammenti originali sono stati scansionati con la tecnica della fotogrammetria, con modellazione in 3D e posizionamento sul corpo digitale della statua.
Il corpo digitale è stato creato sull’esempio iconografico di altre statue di culto di età imperiale in analoghe posizioni.
Il riferimento più efficace è stato il colosso di Giove, del I secolo d.C., conservato presso l’Ermitage di San Pietroburgo, forse ispirato allo Zeus di Olimpia, opera originale attribuita a Fidia.
Altra importante fonte è stata la grande copia in gesso della statua dell’imperatore Claudio, ritratto come Giove, che si trova presso il Museo dell’Ara Pacis.
Un effetto magnifico, echi nel mondo
L’effetto magnifico dell’installazione sta producendo echi nel mondo, con grande successo mediatico, pur essendo già presente lo scorso anno presso la Fondazione Prada di Milano, la quale ha contribuito a tutto il progetto, in una mostra sull’uso e il riuso dei materiali antichi nelle opere d’arte.
Il successo romano attuale è strettamente legato alla suggestiva collocazione del colosso.
La statua originale troneggiava in un luogo molto vicino all’installazione: era nell’area della Basilica di Massenzio, a Roma, ove fu collocata in un periodo tra il 313, anno in cui la basilica venne dedicata all’imperatore Costantino, e il 324.
E ora, a poca distanza, eccola troneggiare di nuovo, con le sue enormi dimensioni, facendo rivivere l’immagine stessa dell’autorità e del potere, potentissimo messaggio per i sudditi dell’impero.
Inoltre, il visitatore si trova a portata di mano i nove frammenti originali e altrettanto colossali, esposti come già detto presso il vicinissimo Palazzo dei Conservatori, ai Musei Capitolini, per un suggestivo confronto con l’installazione.
di Maria Cristina Zitelli