La NATO (North Atlantic Treaty Organization), o Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, è un’alleanza militare intergovernativa fondata il 4 aprile 1949; composta da 31 membri (ultima adesione la Finlandia nel 2023, mentre resta in attesa di ratifica da parte di tutti i membri quella della Svezia), tra cui gli Stati Uniti, il Canada, la Turchia e numerosi paesi europei, compreso il nostro. La finalità ufficiale della NATO è quella di garantire la sicurezza collettiva dei suoi membri e promuovere la stabilità nell’area dell’Atlantico del Nord.
In base all’articolo 5 del Trattato un attacco a uno Stato membro è considerato un attacco a tutti i membri e richiede una risposta collettiva, anche se non tutti gli osservatori concordano sull’automaticità della clausola. Ulteriore obiettivo sono la stabilità e la sicurezza nella regione dell’Atlantico del Nord, che comprende la partecipazione a operazioni di gestione delle crisi, il mantenimento della pace e l’assistenza in situazioni di emergenza. La NATO promuove la cooperazione tra i suoi membri attraverso esercitazioni militari congiunte, lo scambio di informazioni e la condivisione di capacità e risorse militari. La fine della cosiddetta guerra fredda e lo scioglimento del Patto di Varsavia hanno modificato ruolo e funzioni del Patto Atlantico, ragion per cui l’alleanza – oltre a inglobare molti degli stati dell’ex blocco comunista – ha concentrato la sua azione nel contrasto a fenomeni come terrorismo internazionale o destabilizzazione, oltre a prendere parte a diverse missioni di pace. Ultimamente si è notevolmente rafforzato il coordinamento con la UE, tenuto conto che i membri delle due organizzazioni sono quasi gli stessi, mentre i paesi membri dell’alleanza si sono impegnati, secondo tempi e modalità differenti, a portare le spese per la difesa almeno al 2 per cento del PIL. Non mancano le critiche all’operato dell’organizzazione. In primis, la parità tra gli stati, prevista sulla carta, subisce forti limitazioni per via del ruolo preponderante degli Stati Uniti, che esprimono da sempre i vertici militari dell’organizzazione. Inoltre, diverse missioni militari – vedi i casi di Libia o Iraq – sono avvenute al di fuori dell’egida delle Nazioni Unite, facendo emergere più di una contestazione circa la legittimità delle stesse. Aggiungiamo che la stessa espansione verso Est suscita molte riserve, sia perché si porrebbe in contrasto con accordi (informali) a suo tempo presi col governo sovietico, sia perché contribuiscono a esacerbare un clima di tensione, che ad avviso di diversi analisti potrebbe avere costituito uno dei fattori scatenanti dell’attuale crisi internazionale.
di Paolo Arigotti