Il Suicidio dell’URSS di Sergio Romano

È appena stato pubblicato per i tipi di Sandro Teti Editore in Roma, il volume di Sergio Romano dal titolo: “Il Suicidio dell’URSS” con la prefazione di Luciano Canfora.

Si tratta di un volume irrinunciabile per chi voglia cercare di capire quello che successe con l’Unione Sovietica, l’Impero che, come scrisse Vasilij Rozanov ne “L’Apocalisse del nostro tempo”: “si è letteralmente disintegrato un giorno feriale, un mercoledì qualsiasi”.

Sergio Romano può essere definito, per la sua versatilità, giornalista, saggista, accademico, storico e diplomatico: è stato, tra l’altro Ambasciatore d’Italia a Mosca dal 1985 al 1989 e di lui Luciano Canfora ha scritto nella prefazione: “Nel nostro panorama pubblicistico, Sergio Romano è il solo che dica (forse anche un po’ divertendosi) le verità controcorrente rimosse dalla dominante autocensura (che Cornelio Tacito chiamava ‘servitù spontanea’)”.

Il volume si dipana attraverso i capitoli dai titoli accattivanti: La lunga storia slava, Storie dell’ottobre rosso, Stalin e la Guerra Fredda, Aspettando la fine, Il “Colpo”, Come muoiono gli Imperi, “Ritorna il Passato”.

L’autore accompagna il lettore a scoprire come sia stato possibile che la grande costruzione dell’URSS sia svanita dalla storia e dalla geografia di due continenti che essa aveva occupato, come potenza imperiale e seconda superpotenza mondiale, per settant’anni.

Andropov e Černenko si susseguirono al potere dopo la morte di Brežnev e l’ascesa di Gorbačëv nel 1985 pose fine alla cosiddetta gerontocrazia. Attraverso perestrojka e glasnost’ vennero subito introdotte radicali riforme politiche che, in assenza di un piano economico ben definito, condussero in breve tempo a una situazione di caos generale, a una grave penuria alimentare e al sorgere di pesanti conflitti interetnici da decenni sopiti.

L’URSS si trovò ad affrontare, prima della sua dissoluzione “il trapasso operettistico dalla liquefazione di Gorbačëv all’innocuo “discorso del carro armato” del fortunato demagogo Boris El’cin” come sottolineato nella prefazione da Canfora.

Dopo il crollo dell’URSS nel quale François Mitterrand, nel novembre 1990, vide che l’era di Jalta era finita, le vicende europee sono divenute imprevedibili.

E non soltanto quelle europee, infatti, con la globalizzazione, il mondo e i suoi leader sembrano non aver più la possibilità di costruire l’ordine, ma soltanto di gestire il disordine di oggi le cui radici si possono rinvenire nel crollo dell’Impero sovietico.

Il libro di Sergio Romano rappresenta un ottimo viatico per chi voglia andare sulle orme della Storia per comprendere il presente.

di Carlo Marino #carlomarinoeuropeannewsagency