Cambio di rotta sugli ammortizzatori sociali. Il Dl Sostegni-bis (Dl 73/2021), in vigore dal 26 maggio, mette la parola fine alla cassa integrazione Covid per l’industria e porta in dote, dal 1° luglio, una Cig senza contributo addizionale (quello che si paga per l’uso effettivo), ma allineata alle regole ordinarie del Dlgs 148/2015 sugli ammortizzatori sociali. Stop, quindi, al regime “speciale” fissato nel 2020 dal Dl Cura Italia in piena pandemia, con alleggerimenti sul fronte della consultazione sindacale, dei costi e dei limiti di utilizzo della cassa (nel quinquennio). Finiscono il 30 giugno, dunque, le 67 settimane di cassa Covid che le imprese dell’industria hanno potuto usare fra il 2020 e il 2021, suddivise in varie tranche, regolate dai diversi provvedimenti di emergenza. Il tiraggio – cioè il rapporto fra le ore autorizzate e quelle effettivamente utilizzate – è stato nel 2020 del 35% per la cassa integrazione ordinaria e del 50% per Cigs e cassa integrazione in deroga. Se si considera la somma di tutte le ore di Cigo, Cigs e Cigd autorizzate al 31 dicembre 2020 (2,96 miliardi di euro) e l’utilizzo effettivo (1,19 miliardi di euro), l’indice di tiraggio totale è del 40 % (Civ Inps, Pre-rendiconto sociale 2020). Le aziende, dunque, hanno prudenzialmente richiesto più ore di ammortizzatori, durante l’emergenza, di quelle che poi è stato necessario utilizzare.
di Massimiliano Gonzi