Riprendiamo la pubblicazione dopo la pausa estiva, con un articolo di approfondimento ed analisi sul tema della violenza sulle donne, che ormai ossessiona e tormenta con atti e azioni reiterate, scellerate e sempre più frequenti la nostra quotidianità. Ogni individuo è chiamato a adoperarsi per contrastare l’insorgenza e la diffusione di questo fenomeno sia a livello personale che collettivo con la consapevolezza e la presa di coscienza ma soprattutto con atteggiamenti, comportamenti ed opere che esprimano positive dimostrazioni della bellezza e della realtà esistenziale, un segno di speranza per il futuro. Per questo motivo proponiamo, a seguito dell’introduttiva nota di attenta riflessione, una serie di articoli su eventi, manifestazioni, festival, iniziative di aggregazione, pubblicazioni recenti ed in corso di programmazione, che possano suscitare interesse, risvegliare sentimenti di spensieratezza ed ispirare momenti di proficua distrazione, per sviluppare, in un percorso di crescita culturale e spirituale, la conoscenza, l’esperienza, la sapienza del proprio essere umanità per migliorare l’interazione e la relazione con il mondo circostante, attraverso una sana immersione nella lettura. (La Redazione).
Italia sempre più violenta sull’«altra metà del cielo»
Non produrre più emozioni ma acquistarle già confezionate: nella pessima qualità di tali eccitamenti ferini s’annida l’origine delle sventure delle donne italiane negli anni Venti del XXI secolo. Non più sentimenti estatici. Non più ricerca di ineffabile bellezza. Solo la terribile notte del male. Una sbornia meschina, umiliante e criminale: abusare senza godere, calpestare in un greve tripudio da festino feroce.
Nonostante l’introduzione di nuove norme sul contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica l’Italia si trova sempre più a fronteggiare casi di cronaca nera, che portano alla ribalta la violenza sull’«altra metà del cielo», poetica metafora introdotta da Mao Tse Tung negli anni Cinquanta, che voleva sottolineare l’importanza di coinvolgere le donne nella società e nell’economia.
La sopraffazione violenta, sia quella che quasi sempre termina con un assassinio o un tentato omicidio, sia quella che genera lo stupro ha alla base problematiche economiche, politiche, sociali e soprattutto culturali e costituisce anche uno degli indicatori della deriva verso un ri-orientamento patriarcale di una società come quella italiana, che si è sognata democratica e avanzata. Molto dovranno interrogarsi sociologi, economisti e giuristi su ciò che sta avvenendo: il decadere di una società egualitaria nei rapporti uomo-donna basati sul consenso, sulla civiltà di sapersi amare e dirsi addio senza problemi. La violenza di genere e quella domestica, che colpiscono in particolare le donne e le ragazze, restano, comunque, una piaga non solo in Italia ma anche in Europa.
Infatti, nel settembre 2021, i parlamentari europei hanno invitato la Commissione a fissare la base giuridica per annoverare la violenza di genere tra i reati comunitari. Ciò consentirebbe di equipararla a crimini come il terrorismo, la tratta degli esseri umani, la criminalità informatica, lo sfruttamento sessuale e il riciclaggio di denaro. Una tale iniziativa offrirebbe la possibilità di stabilire definizioni e standard giuridici comuni, nonché fissare sanzioni penali minime in tutta l’UE. A tale proposito, il Parlamento Europeo ha affermato che i servizi di protezione per le vittime come, ad esempio, le linee di assistenza telefonica, gli alloggi sicuri e l’assistenza sanitaria, dovrebbero essere riconosciuti come “servizi essenziali” in ogni Stato dell’Unione. Compito del giornalista è quello di descrivere, aprendo occhi e orecchie, ciò che gli sta davanti. E davanti agli occhi del cronista c’è oggi anche la cyberviolenza di genere, la pornografia accessibile ad ogni età, il mondo oltre lo schermo del cellulare che psicologicamente, anche chi non è adeguatamente preparato e maturo vuole, attraverso l’inarrestabile impulso sessuale che Freud aveva studiato, imitare. La violenza pornografica in rete può rinascere ovunque. L’educazione scolastica che subisce da anni tagli efferati non è più un argine con l’educazione civica, con l’educazione sessuale e con l’educazione al saper vivere. La barbarie si diffonde attraverso i tagli della spesa pubblica…Emozioni o sopraffazione. Ai politici, purtroppo, la scelta.
di Carlo Marino