LA CISAL GARANTE DELLA AUTONOMIA SINDACALE

Ci guardiamo bene dal formulare giudizi strettamente politici nella nostra attività sindacale, in quanto essa deve essere svolta al di fuori per convinzione da qualsiasi schieramento partitico.
Questa nostra posizione si ispira principalmente ad una massima di quel grande maestro che era Di Vittorio, che ci ha lasciato un insegnamento inconfutabile da alcuni sempre disatteso: un sindacato deve avere come solo obiettivo la tutela dei diritti dei lavoratori accumunati da un unico interesse indipendentemente dalle ideologie professate.
Tale sua convinzione venne sempre sconfessata da parte della leadership del PCI, soprattutto in occasione dell’invasione sovietica in Ungheria del 1956, allorquando egli dichiarò in maniera esplicita che non era ammissibile che un paese comunista sparasse contro lavoratori che avevano, tra l’altro, la stessa fede politica.
Noi della CISAL abbiamo manifestato fin dalla nostra nascita la vera natura del nostro  sindacato scevro da qualsiasi interesse che non sia quello inerente alla difesa dei lavoratori circoscritta all’ambito  della loro attività, ma con ciò non vogliamo dire che siamo esenti da difetti, perchè una organizzazione così diffusa nel territorio potrebbe facilmente incorrere in qualche possibile degenerazione.
Però, assicuriamo comunque che la nostra fede sulla autonomia sindacale intende sfuggire a qualsiasi contaminazione estranea all’essenza del mandato sindacale, riconfermando il proposito di operare senza condizionamenti di nessun genere, anche se talvolta bisogna fare i conti con coloro che quali parlamentari detengono il potere di legiferare e che, quindi, sono i diretti interlocutori per la definizione delle problematiche del mondo del lavoro.
Fatta questa premessa, a conforto della nostra tesi diciamo che all’autonomia sindacale si sono richiamati i sindacati fin dalla loro nascita in Inghilterra (le trade unions), avvenuta nel 1824, anche se a questa tesi che prevedeva la separazione delle organizzazioni sindacali  dai partiti si era contrapposta quella che affermava che esse dovessero essere considerate quale cinghia di trasmissione tra il partito e le masse operaie.
Riferendoci all’Italia, il movimento sindacale con la caduta del regime fascista affluì in un’unica confederazione (CGIL) a seguito del patto di Roma del giugno 1944, sottoscritto da Giuseppe Di Vittorio per i comunisti, Oreste Lizzadri per i socialisti subentrato a Bruno Buozzi ucciso pochi giorni prima dai tedeschi in fuga, e Achille Grandi per i cattolici.
Aderirono alla suddetta confederazione anche alcuni sindacati che, non richiamandosi ad alcun partito, si erano nel frattempo costituiti specie negli enti previdenziali (INPS e INAIL). Ma tale unione fu di breve durata, in quanto attorno agli anni 1949-50, dopo la proclamazione dello sciopero generale indetto dalla CGIL per l’attentato a Togliatti si verificò all’interno della stessa la scissione della componente cattolica (CISL) e di quella repubblicana e socialdemocratica (UIL).
Tali nuove formazioni sindacali annoveravano tra i propri iscritti in gran parte gli impiegati pubblici, mentre le masse operaie quasi nella loro totalità rimasero nelle file della CGIL.
A loro volta, i sindacati autonomi furono costretti ad assumere una diversa connotazione. creando altre sigle a livello confederale, come nel caso della CISAL nata nel 1957, che in questa occasione oltre alle adesioni di lavoratori operanti nel pubblico impiego raccolse anche quelle di lavoratori del settore privato (bancari, elettrici, metalmeccanici ecc. ).
Nel suo primo statuto venne sancito all’art. 2 il seguente paragrafo:
La CISAL, organizzazione indipendente e apartitica, afferma che i problemi del lavoro, da trattarsi nel pieno rispetto delle esigenze del Paese, possono trovare la più adeguata soluzione solo svincolando l’azione sindacale da quella contingente dei partiti “.
Oggi essa, che nel lungo periodo successivo alla sua costituzione ha sempre operato con serietà, fedele interprete delle reali necessità dei lavoratori rappresentati in tutte le sedi istituzionali, continua a mantenere questa sua disciplina senza compromessi e tentennamenti, ispirandosi sempre ai suoi sani principi statutari, tanto da raccogliere un significativo numero di iscritti in tutte le varie componenti del settore privato con prevalenza nel campo dei trasporti, agricolo e postale, nonché in quello del pubblico impiego.
Proprio in questo settore la CISAL, a seguito dell’accordo del 2011 con la CGU (Confederazione Gilda Unams), si è affermata in modo significativo, tanto da risultare rappresentativa in ben sei comparti e in un’area della dirigenza, collocandosi a ridosso di CGIL, CISL, UIL.
A tale proposito per maggiori dettagli si rimanda all’articolo ”CGU-CISAL UNA NUOVA PROSPETTIVA PER IL SINDACALISMO AUTONOMO NEL PUBBLICO IMPIEGO“, pubblicato su “Il Sole 24 Ore” – pag.30 – di venerdì 14 dicembre 2012 e riportato integralmente sul sito della CISAL.