Presso la Camera dei Deputati, il 2 luglio scorso, è stata presentata dall’uscente Presidente Francesco Merloni la Relazione annuale sull’attività dell’Autorità Nazionale Anticorruzione nel 2019. A causa dell’emergenza sanitaria la cerimonia si è svolta in formaristretta e trasmessa in diretta streaming dalla WebTv della Camera. Con l’occasione sono state illustrate anche le misure adottate e le attività connesse all’emergenza Covid. All’ANAC dal 2014 è affidata una strategica e delicata missione istituzionale, in recepimento della Convenzione di Merida del 2003, con la quale l’ONU ha posto obblighi agli Stati Membri al fine di adottare efficaci politiche di prevenzione della corruzione.Entrata in vigore a livello internazionale dal dicembre 2005, la Convenzione di Merida dà importanti indicazioni per affrontare un problema di estrema gravità che condiziona lo sviluppo e la libertà di tutte le nazioni.Diverse, quindi, le misure che i firmatari sono stati invitati a promuovere, miranti a coinvolgere tanto il settore pubblico quanto quello privato. Esse includono meccanismi istituzionali, quali la creazione di uno specifico organo anticorruzione, codici di condotta e politiche favorevoli al buon governo, allo stato di diritto, alla trasparenza ed alla responsabilità. La Convenzione sottolinea anche il ruolo importante della società civile, in particolare di organizzazioni non governative e iniziative a livello locale, con l’invito rivolto agli Stati parte ad incoraggiare attivamente la partecipazione dell’opinione pubblica e la sensibilizzazione di essa al problema della corruzione. La chiave dell’attività dell’ANAC è quella di vigilare per prevenire la corruzione, creando una rete di collaborazione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche che utilizzi in modo più efficiente le risorse, riduca i controlli formali, per evitare appesantimenti procedurali, che aggravano i costi con ricadute negative per cittadini ed imprese. A tale attività di prevenzione nelle amministrazioni pubbliche, nelle società partecipate e controllate, mediante anche l’attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, si affianca la vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi. L’ANAC si adopera per dare attuazione a tutto ciò con interventi in sede consultiva e di regolazione, nonché mediante attività conoscitiva e di ricerca. Come ha sottolineato il Presidente Merloni nella Relazione, la battaglia contro la corruzione è anche di tipo culturale. Soprattutto in un periodo di emergenza quale quello che stiamo vivendo, da più fronti si levano giudizi e visioni che vedono nella normativa anticorruzione un inutile aggravio, diffondendo l’idea della prevenzione come mero adempimento formale. I vincoli di spesa cui è sottoposta la pubblica amministrazione limitano indubbiamente l’investimento su tale attività. Ma abbassare la guardia, come dice Merloni, è un grave errore ed un arretramento rispetto agli importanti passi avanti compiuti.
Secondo l’ultimo rapporto di Trasparency International su 180 paesi esaminati, l’Italia registra un lieve avanzamento nel punteggio assegnato dall’indice messo a punto, il quale risulta utile per registrare il comune sentire, la percezione del fenomeno corruzione che è soggettiva e condizionata dalla comunicazione di stampa e media. Ci collochiamo a metà classifica, con un miglioramento significativo e graduale a partire dal 2012, quando fu approvata la Legge Severino anticorruzione e dal 2014 quando è iniziata l’attività dell’ANAC, che ha avuto riscontri positivi anche da parte degli organismi internazionali.Ma non è questo il posto che un paese europeo ed avanzato come il nostro merita, lontano ancora dagli standard che lo pongano al pari dei paesi più virtuosi.L’ANAC si è impegnata in una importante attività, finanziata dall’Unione Europea per approntare delle rilevazioni oggettive della corruzione. Un progetto ambizioso, in quanto non sono disponibili al momento misurazioni scientificamente attendibili, portato avanti in collaborazione con altre istituzioni ed esperti del mondo accademico.La comunicazione su questa che continua ad essere una grave piaga sociale, come ci testimonia la cronaca anche in questa fase di emergenza sanitaria, è di importanza vitale anche per rendere i cittadini consapevoli delle conseguenze nel breve e lungo termine.Sul suo sito l’ANAC offre un’attività divulgativa utile sia per i funzionari pubblici che per i cittadini. Anzitutto a livello comunicativo si fa il punto su cosa sia e quali le conseguenze concrete della corruzione sulla società e l’economia. La corruzione, quale in sintesi condotta che devia da standard di comportamento e che costituisce essenzialmente un abuso di potere pubblico al fine di conseguire benefici personali, ostacola lo sviluppo economico, politico e sociale di un paese, ne accentua le disuguaglianze e distorce l’attuazione delle politiche pubbliche.È, quindi, un nemico per la democrazia ed il benessere, che altera il mercato del lavoro con conseguenze per tutti, perché riduce gli investimenti in istruzione, la produttività del lavoro, rallenta il progresso tecnologico e la crescita, porta ad una allocazione inefficiente delle risorse sia umane che materiali e da ultimo provoca la cosiddetta fuga di cervelli e di molte professionalità.Il Presidente Merloni, a conclusione della sua articolata Relazione, lancia la sollecitazione di por mano alle cose più “semplici” e “alla portata”.Se l’obiettivo della prevenzione è approntare strumenti per creare nelle amministrazioni unclima, nel quale sia sempre più difficile per i funzionari, politici e professionali, adottare condotte di tipo corruttivo, i fattori chiave sono due: dotarsi di una buona amministrazione e di regole chiare e trasparenti. Ciò è attuabile solo intervenendo su risorse ed organici, sulla formazione e le competenze del personale.Merloni denuncia con chiarezza che è inutile migliorare la legislazione se non si lavora sulla qualità delle amministrazioni.Anche in questo ambito, quindi, vale quanto si può considerare per tutta la Pubblica Amministrazione. Dobbiamo cogliere l’occasione dalla grave crisi economica prodotta, dall’emergenza sanitaria, per un massiccio investimento pubblico che innalzi la qualità delle amministrazioni, con l’immissione di nuovo personale ad elevata competenza e con un rilancio dell’utilizzo delle tecnologie informatiche e della digitalizzazione. Come notazione personale, aggiungerei che nella narrazione pubblica è, altresì, necessario ridare dignità al civil servant, l’artefice di ogni reale ed effettivo cambiamento.
di Rosaria Russo